Corriere Torino

Virginia Galateri di Genola si racconta: la famiglia, la moda e la Torino undergroun­d

- Francesca Angeleri balance inspiring tailor made

Èfortunata, e lo sa. Quando tuo padre è Gabriele Galateri di Genola e tua madre è Evelina Christilli­n può andare tutto per una via bella dritta oppure prendere una deviazione vagamente punk, anche se innaffiata di glamour. È questa la strada, non scontata, di Virginia Galateri di Genola.

Se le dico Vivienne Westwood?

«Avevo circa 24 anni quando ebbi l’occasione di lavorare nel suo ufficio stampa italiano. Era pazzesca. Una di quelle persone che quando entrano in una stanza cambia l’aria. Seguii la retrospett­iva della mostra su di lei a Palazzo Reale, la prima a farsi su uno stilista. Ci furono anche delle polemiche. Una volta mi disse: “Virginia you look so stylish”. Un compliment­o così vale per la vita».

Nello stesso periodo lei incontra Franca Sozzani.

«La conobbi in occasione della preview della mostra e mi prese a lavorare con lei sul lancio di Vogue.it. Starle vicino è stato un grande privilegio. Era una che, davanti a un plico di centinaia di scatti, al primo sguardo ti individuav­a tutto ciò che le interessav­a». Un altro Vogue.

«La crisi della carta stampata è molto triste. Vogue si colleziona­va come un’encicloped­ia, io lo faccio ancora in realtà».

Cosa dice suo padre del mondo della moda?

«Ci ho provato a lavorare in finanza. Per lui, perché io adoro mio padre in una maniera assoluta. Per me è un mito. Adorabile, affettuosi­ssimo, mi è stato sempre vicino in maniera totale. Mi sono laureata in economica e ho fatto il mio percorso. Sono diventata M&A in Morgan Stanley, ho fatto colloqui, tenuto ritmi sfinenti come tutti quelli che lavorano nelle banche d’affari, ma non avevo una motivazion­e tale da giustifica­re quei ritmi assurdi. Sono passata allora al marketing in Telecom Italia e poi è arrivata la moda. Diciamo che papà rimase interdetto».

Come funziona a casa sua? «Al 110 della laurea così come al 98/100 della maturità è stato: “Brava, ma è il tuo dovere”. Non accontenti­amoci mai, niente è mai abbastanza».

Anche lei con suo figlio direbbe la stessa cosa?

«È difficile, perché io vengo da quel mondo lì e quindi capisco che, anche se è stato complesso, a me è servito molto come stimolo. Però

● Nata a Torino il 27 dicembre 1980, laureata in Economia e Commercio, si occupa di finanza tra Milano, Londra e New York, poi diventa PR nella moda e lusso

● Capo ufficio stampa Italia di Vivienne Westwood, lavora quindi per Vogue Italia sotto Franca Sozzani

● Nel 2016 fonda con FSB Group l’agenzia di PR Pilot Room, di cui oggi è co-founder e partner non è scontato che sia così con tutti. Bianca, mia figlia, per esempio, è una creativa, ha bisogno di andare più lentamente, non tutti competono nello stesso. Bisogna trovare un tra noi che era spesso un po’ un calcio nel sedere per svegliarsi e la tendenza di oggi a giustifica­re sempre tutto».

Lei ha tre figli, ha desiderato una famiglia numerosa perché è figlia unica?

«Sicurament­e si. Sono cresciuta con le mie cugine, le figlie del fratello di mio papà, e siamo come sorelle. Soprattutt­o con Elena (Galateri di Genola), siamo molto unite. Io ero viziatissi­ma, loro hanno sempre diviso tutto, unite, ho sempre pensato fosse bello. I miei litigano sempre ma si vogliono un bene unico ed è bellissimo vederli crescere insieme».

È una madre impegnativ­a Evelina Christilli­n?

«Impegnativ­a è il termine giusto. Lei lo sa, di essere stata una mamma complessa. Ma sicurament­e è un role model:

ha superato momenti difficilis­simi, mi ha trasmesso la forza di non dipendere da nessuno, tanto meno da un uomo. È una lezione che trasmetto a Bianca».

Non è scontato, in Italia. Il Corriere ha portato avanti un dibattito sulla mancanza di candidatur­e femminili ai vertici. Cosa ne pensa?

«So che siamo indietro rispetto a questo tema. Intorno a me, però, ho molte figure veramente tra le mie amiche a cominciare da Ludivine Pont chief marketing officer di Balenciaga. Lei è fantastica. Anche la mia socia Chiara Fornari è una donna molto realizzata. Mi rendo conto che siamo in una situazione di privilegio e sono certa che le cose debbano cambiare e migliorare per tutte.

Virginia Galateri di Genola è sposata dal 2010 con l’imprendito­re Marco Grossi. La coppia ha tre figli: Bianca di 13 anni, Ruggero di 10 anni e Gregorio di 4 anni. «Io e Marco ci siamo conosciuti a Sestriere. Mi buttai con lo snowboard per far vedere quanto ero brava. L’anno dopo ero incinta»

Nella moda le donne ricoprono solitament­e ruoli di potere».

Per lei è importante coniugare le due cose?

«Per me una non esiste senza l’altra. Sono fortunata e ho una tata a tempo pieno che mi aiuta, anche perché Marco è via tutta la settimana. Durante gli eventi della Fashion Week avevo Gregorio (il più piccolo, di 4 anni ndr) con la febbre a 40. Ero sfinita ma alla fine la gioia dei miei bimbi mi aiuta a far funzionare le cose».

E come nonna, Evelina come se la cava?

«Meglio (ride). I bambini la adorano. Quando può li porta via per un week end culturale. Gregorio va pazzo per le ambulanze e lei, anche se sarebbe meglio di no, gli fa vedere cose di trapianti, operazioni a cuore aperto. Risultato: la posizione del fegato lui la conosce benissimo».

Il suo quarto figlio è la sua agenzia di PR, Pilot Room.

«È nata sei anni fa, recentemen­te ci siamo ingranditi. L’idea era creare dei progetti

per le aziende. Tra i primi a darci fiducia c’è stata Basicnet con tutti i suoi marchi. Una delle cose che ho amato di più fare con loro è stata la capsule Collection della mia cara amica Maria Carla Boscono».

I suoi luoghi del cuore a Torino?

«Torino è casa. I miei figli sono nati qui, le visite mediche le faccio solo qui. Casa di mia madre è il mio nido. Adoro Maggiora, piazza Corpus Domini e il palazzo col piercing, e poi mi manca la Lutèce. Era un posto fantastico. Ogni volta che passo da piazza Carlina ci penso».

Quella della Lutèce era la Torino che manca oggi?

«Credo proprio di sì. Era una piccola Berlino con un fermento undergroun­d forte che ancora oggi esiste e che dovrebbe poter emergere di più».

Un po’ di dark? Lo stesso che si intravede nei suoi look?

«Sono figlia anche di quelle cose lì. Credo di essere stata sempre un po’ fuori dagli schemi. Ho fatto tanti esperiment­i, alcuni da archiviare, capelli rossi corti e piercing per esempio».

A Milano sta bene? «Milano è in un momento magico, si sta benissimo. Ma se mi vedo tra qualche anno non credo che sarò in città». Nel suo posto preferito? «Nella mia casa di campagna di Suniglia, una villa che appartiene alla mia famiglia da generazion­i. Mio padre l’ha ricomprata e ristruttur­ata pezzo per pezzo. Ci andiamo spessissim­o e per fortuna eravamo lì anche nel lockdown. Ho pensato di trasferirm­ici, in quel periodo. Non è ancora il momento giusto, ma lo farò».

Con suo marito è stato un colpo di fulmine?

«Ero appena uscita da una relazione lunga e burrascosa. Ci siamo conosciuti sulle piste a Sestriere, e ho pensato: mica male. Mi buttai con lo snowboard per far vedere quanto ero brava. Praticamen­te non ci siamo più lasciati, sono rimasta incinta un anno dopo».

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 ?? ?? Genitori vip Virginia Galateri di Genola, partner di Pilot Room, è figlia di Gabriele Galateri di Genola e di Evelina Christilli­n
Genitori vip Virginia Galateri di Genola, partner di Pilot Room, è figlia di Gabriele Galateri di Genola e di Evelina Christilli­n

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