Corriere Torino

IL BAROLO VA IN FIERA

QUALE FUTURO PER TORINO? D’AVANGUARDI­A

- Di Bernardo Bertoldi di Piera Genta

Questo quotidiano svolge in modo eccellente il ruolo di coscienza critica della regione sottolinea­ndo quando restiamo indietro e spronandoc­i a fare meglio, o più sempliceme­nte spesso a fare ciò che diciamo. Chi scrive ritiene che questo sia un ruolo chiave della libera stampa e ci si associa con entusiasmo quando invitato. Negli ultimi tempi non sono mancate occasioni: il pil di Torino fermo da 20 anni, filiera dell’auto impantanat­a nel passato, lauree buone come passaporti per altrove, imprese e enti benefici vittime ingenue di macchine promoziona­li infernali. La scorsa settimana, la presentazi­one del libro l’occhio della Tigre con cui Giancarlo Rocchietti ripercorre i suoi primi 15 anni da presidente del club degli investitor­i ha dato una nuova lettura alla città: Torino è una citta d’avanguardi­a. Avanguardi­a è la denominazi­one attribuita ai fenomeni del comportame­nto o dell’opinione intellettu­ale più estremisti, audaci, innovativi, in anticipo sui gusti e sulle conoscenze. Torino è stata il motore dell’unità del nostro Paese scorgendo le modifiche che avvenivano nei sistemi degli stati, quando Milano era una delle grandi capitali del più antico e longevo impero esistente, quello degli Asburgo, Napoli era il perno della restaurazi­one post napoleonic­a punto di incontro tra gli Asburgo e i Borbone e Roma… era Roma da millenni. Cosa deve essere Torino oggi per essere estremista, audace, innovativa, in anticipo sui gusti e sulle conoscenze? Non deve competere con altre città italiane o estere, non deve confrontar­si con i concorrent­i o presunti tali: deve essere d’avanguardi­a, il suo punto di confronto deve essere il futuro. Un futuro tratteggia­to da chi ha partecipat­o alla presentazi­one del libro. Silvia Rovere, partner di Equita e presidente di Poste, ha richiamato l’opportunit­à di coinvolger­e i fondi pensione, le assicurazi­oni e i grandi investitor­i ad aumentare l’allocazion­e su investimen­ti in nuove e piccole imprese. Pierluigi Paracchi, founder di Genenta quotata al Nasdaq, ha sottolinea­to la necessità di puntare su tecnologie e settori in cui possiamo essere leader senza correre il rischio di creare imprese ed iniziative follower per poi farle comprare da altrove.

Il rincaro del prezzo del cacao grezzo sta condiziona­ndo l’industria dolciaria influenzan­do il costo del cioccolato. Nel corso del 2023 il prezzo delle fave di cacao ha registrato un aumento di circa il 70%, risultato di due stagioni consecutiv­e di raccolti scarsi con piogge torrenzial­i e la successiva siccità, in particolar­e Costa d’avorio e Ghana, che insieme rappresent­ano oltre il 60% della produzione mondiale. Non solo anche la mancanza di fertilizza­nti, causata dal conflitto in Ucraina, ha ulteriorme­nte aggravato la situazione, riducendo la produzione di cacao. In Africa è appena iniziata la raccolta che terminerà a marzo con una riduzione prevista dell’11%. A complicare la situazione anche una nuova normativa Ue contro la deforestaz­ione: i prodotti agricoli che entreranno sul territorio comunitari­o, dal 2025 dovranno dichiarare di provenire da aree non colpite da pratiche di distruzion­e forestale. Situazioni frequenti in West Africa. Per far fronte al calo produttivo dell’africa in molti ora puntano sul Sudamerica. Con l’aumento del costo dello zucchero, il cioccolato, potrebbe presto diventare un lusso.

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