Alba, turismo e cibo rivitalizzano il commercio
Confesercenti lancia l’allarme per il crollo delle aperture in Piemonte. Ma la città è in controtendenza
Adieci anni dal riconoscimento a patrimonio dell’umanità dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero, le colline Unesco del Basso Piemonte registrano un +30% di turisti con prezzi degli immobili e dei terreni alle stelle nei comuni di Barolo, Monforte e La Morra che oggi valgono quanto quelli di Portofino. Gli effetti si fanno sentire anche nel commercio, con Alba che si conferma isola felice grazie un saldo positivo di quasi 100 attività dal 2021.
Nei giorni in cui Confesercenti lancia l’allarme per un crollo delle aperture di negozi in Piemonte, nell’ordine del -70% dal 2013 a oggi, l’ufficio commercio del comune di Alba certifica l’ennesimo record. Nella città del tartufo bianco il totale delle attività commerciali sale a 1.270, contro le 1.222 di un anno fa e le 1.176 di fine 2021.
La parte del leone la fanno i negozi di vicinato, panetterie, edicole, medie e grandi strutture commerciali che salgono a 946, i bar, ristoranti e pizzerie sono 218 mentre le strutture per l’accoglienza sono 106. Nel complesso le 48 attività in più sono equamente suddivise tra un +25 negozi, + 10 bar e ristoranti e + 13 strutture per l’accoglienza.
Il dato puntuale sull’inizio delle attività certifica l’apertura di ben 57 nuove attività tra cui 30 esercizi di vicinato, 2 medie strutture di vendita, 6 acconciatori o estetisti, 3 attività sanitarie, 5 strutture ricettive e 11 pubblici esercizi. Le cessazioni nel 2023 sono state solamente 9: tra cui 7 esercizi di vicinato, 1 acconciatore e 1 pubblico esercizio.
«L’apertura di negozi di vicinato sta rivitalizzando le varie aree della città — dice il presidente dell’associazione Commercianti Albesi Giuliano Viglione —. Questo si deve allo spirito di iniziativa dei nostri imprenditori, ma anche ad una clientela che continua ad apprezzarne l’offerta e che in qualche caso, dopo la pandemia, ha riscoperto i vantaggi del commercio di prossimità e della rete di distribuzione locale. I piccoli negozi rappresentano un luogo di fiducia oltre che di semplice compravendita».
Anche nell’isola felice, però, qualcosa scricchiola e a dimostrarlo sono le recenti chiusure di attività come la libreria Zanoletti o la gioielleria Carbone nella centrale via Maestra. Insegne storiche che hanno chiuso i battenti dopo oltre mezzo secolo di attività non per spese di gestione alte o per l’imposizione fiscale, ma a causa del mancato ricambio generazionale che coinvolge molte attività, soppiantate da grandi marchi del lusso o da catene. Emblematico il caso della pasticceria Cignetti che, a due anni dalla chiusura, riaprirà, in primavera, come store della galassia della star del pasticcere, star, Iginio Massari.