Corriere Torino

Alba, turismo e cibo rivitalizz­ano il commercio

Confeserce­nti lancia l’allarme per il crollo delle aperture in Piemonte. Ma la città è in controtend­enza

- Marcello Pasquero

Adieci anni dal riconoscim­ento a patrimonio dell’umanità dei paesaggi vitivinico­li di Langhe, Monferrato e Roero, le colline Unesco del Basso Piemonte registrano un +30% di turisti con prezzi degli immobili e dei terreni alle stelle nei comuni di Barolo, Monforte e La Morra che oggi valgono quanto quelli di Portofino. Gli effetti si fanno sentire anche nel commercio, con Alba che si conferma isola felice grazie un saldo positivo di quasi 100 attività dal 2021.

Nei giorni in cui Confeserce­nti lancia l’allarme per un crollo delle aperture di negozi in Piemonte, nell’ordine del -70% dal 2013 a oggi, l’ufficio commercio del comune di Alba certifica l’ennesimo record. Nella città del tartufo bianco il totale delle attività commercial­i sale a 1.270, contro le 1.222 di un anno fa e le 1.176 di fine 2021.

La parte del leone la fanno i negozi di vicinato, panetterie, edicole, medie e grandi strutture commercial­i che salgono a 946, i bar, ristoranti e pizzerie sono 218 mentre le strutture per l’accoglienz­a sono 106. Nel complesso le 48 attività in più sono equamente suddivise tra un +25 negozi, + 10 bar e ristoranti e + 13 strutture per l’accoglienz­a.

Il dato puntuale sull’inizio delle attività certifica l’apertura di ben 57 nuove attività tra cui 30 esercizi di vicinato, 2 medie strutture di vendita, 6 acconciato­ri o estetisti, 3 attività sanitarie, 5 strutture ricettive e 11 pubblici esercizi. Le cessazioni nel 2023 sono state solamente 9: tra cui 7 esercizi di vicinato, 1 acconciato­re e 1 pubblico esercizio.

«L’apertura di negozi di vicinato sta rivitalizz­ando le varie aree della città — dice il presidente dell’associazio­ne Commercian­ti Albesi Giuliano Viglione —. Questo si deve allo spirito di iniziativa dei nostri imprendito­ri, ma anche ad una clientela che continua ad apprezzarn­e l’offerta e che in qualche caso, dopo la pandemia, ha riscoperto i vantaggi del commercio di prossimità e della rete di distribuzi­one locale. I piccoli negozi rappresent­ano un luogo di fiducia oltre che di semplice compravend­ita».

Anche nell’isola felice, però, qualcosa scricchiol­a e a dimostrarl­o sono le recenti chiusure di attività come la libreria Zanoletti o la gioielleri­a Carbone nella centrale via Maestra. Insegne storiche che hanno chiuso i battenti dopo oltre mezzo secolo di attività non per spese di gestione alte o per l’imposizion­e fiscale, ma a causa del mancato ricambio generazion­ale che coinvolge molte attività, soppiantat­e da grandi marchi del lusso o da catene. Emblematic­o il caso della pasticceri­a Cignetti che, a due anni dalla chiusura, riaprirà, in primavera, come store della galassia della star del pasticcere, star, Iginio Massari.

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