Corriere Torino

«Paolo Poli è stato un atto politico senza volerlo»

- Empre fiori mai un fioraio! Sempre fiori mai un fioraio Francesca Angeleri

SDomani, al Teatro Gioiello, un omaggio imperdibil­e a Paolo Poli, una delle figure — è stato attore, regista, cantante e tanto altro — più importanti, complete e intelligen­ti che non solo il teatro, lo spettacolo tutto, abbia avuto. Sul palcosceni­co, a ricordarlo, c’è Pino Strabioli che di Poli è stato grande amico, e con lui, alla fisarmonic­a, c’è Marcello Fiorini. Il titolo dello spettacolo è il medesimo del libro in cui Poli si racconta a Strabioli nelle tante conversazi­oni fatte al ristorante che l’eclettico conduttore registrava.

«Non voleva scrivere niente. “Non sono Flaubert”, diceva. Dovrebbero ricordarse­lo tanti altri. Ma si fidò di me e mi permise di trascriver­e quelle chiacchier­ate». Insieme hanno fatto tante cose, anche tournée teatrali. «Adorava Torino. Il Carignano lo considerav­a il suo teatro per eccellenza».

era la frase, ironica, che diceva in camerino quando entrava con i mazzi che gli lanciavano sul palco. Un rito post pièce che Strabioli gli propose come titolo, e a lui piacque. Profondame­nte libero, come intellettu­ale, come omosessual­e, «la libertà per lui era non tradirsi mai. “Ho sempre vissuto in totale naturalezz­a l’essere me stesso”. Senza alcuna forzatura. Sicurament­e lo aiutò avere due genitori nati nel 1800, di formazione laica. Paolo Poli è stato un atto politico senza volerlo essere».

E questo suo essere «profondame­nte sé» lo faceva amare e apprezzare da tutti, pubblico borghese compreso, che aveva certamente una matrice giudicante, «dava per scontata la sua sessualità, mai negata né mai troppo dichiarata. Oggi assistiamo a un’omofobia e una discrimina­zione allucinant­i. Paolo resta un esempio». Strabioli lo accomuna a Dario Fo, a Carmelo Bene che, come lui, sono stati grandissim­i fautori di un genere. «Solo Costanzo li ricordava. L’italia dimentica tutto e tutti». Poli era gentile, elegante, bellissimo, tanti lo ricordano. Chi magari perché aveva ascoltato le fiabe lette da lui, chi per le sporadiche apparizion­i in tv, «prima di Achille Lauro, si vestiva già da Lucrezia Borgia a teatro». Aveva i suoi fedelissim­i. «Restavo allibito dalla sua immensa cultura, sapeva Dante a memoria. Tutti i poeti, i pittori: “Questo cielo è Tiepolo. Questo panorama mi ricorda de Pisis...”. Senza supponenza, mai. E la gente allora andava a vedere chi era questo pittore di cui mai aveva sentito parlare».

Non voleva scrivere niente: “Non sono Flaubert”, diceva Ma si fidò dimeemi permise di trascriver­e le nostre chiacchier­ate

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Il grande attore Paolo Poli è scomparso nel 2016

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