Carla è sempre stata la «Tigre», grande combattente della Resistenza
Emanuela, donna piena di luce Giuseppe, gioielliere vicino ai colleghi
I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino
Donne e uomini noti oppure no ma sempre insostituibili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere
Emanuela Strumia è stata una donna di grande valore. La sua risata contagiosa e il suo spirito positivo erano fonte di gioia e conforto per la sua famiglia e i suoi amici. aveva il dono di far sentire le persone a proprio agio e di illuminare ogni stanza in cui entrava. Emanuela ha dedicato la vita alla famiglia e a tutti i suoi cari, dimostrando un amore e una dedizione senza pari. Con il suo carattere solare, era un modello nella vita per i tanti amici. La sua personalità radiosa la rendeva unica e inconfondibile.
Emanuela Strumia è mancata all’età di 62 anni. Lascia il marito Aurelio Picca, le figlie Daniela e Susanna, i nipoti Deniel, Dilan e Diamante, la sorella Elvira, la cognata, il cognato, la madrina Bruna, lo zio Enrico e i consuoceri Roberto, Brunella, Adriano e Gabriella.
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Un volto storico della Resistenza, una donna che non ha mai smesso di lottare per un mondo più giusto. Così va ricordata Carla Dappiano, storica partigiana e presidente onoraria della sezione Anpi V Torino mancata a 94 anni. La chiamavano «Tigre», perché era il suo nome di battaglia ai tempi della guerra e per la sua grande determinazione.
Carla, anzi Carolina — questo il vero nome — nacque a Crescentino da una famiglia umile ma già da tempo coinvolta nelle lotte politiche, con il nonno che era impegnato nelle leghe bracciantili a difesa della sua categoria. «Lui non mi raccontava le favole di Biancaneve o di Pinocchio — ricordava Carolina —. Ma mi spiegava come funzionava la vita reale, sin da quando avevo cinque anni». Per lei, rimasta orfana di padre, il nonno diventò una figura di riferimento.
Carolina era ancora ragazzina quando si spostò con i familiari a Torino, dove iniziò a lavorare alla Westinghouse. Poi l’inizio della guerra bloccò la produzione. Venne quindi a contatto con i Gruppi di difesa della Donna guidati da Cornelia Benissone, dando il suo contributo nonostante la giovane età. Tornata al paese di origine entrò a far parte della 42ª brigata autonoma «Vittorio Lusani», con il ruolo di staffetta. Ricordava spesso il fatto che lei e la madre, a Crescentino, offrirono rifugio a un parente ebreo aiutandolo a fuggire in Svizzera per scampare alle persecuzioni.
Finita la guerra, Carla si divise tra lavoro, volontariato e impegno politico. In un primo momento rimase a Crescentino per fare la mondina, poi tornò a Torino, trovando impiego presso la Paracchi, azienda di tappeti e tessuti. Carla, inoltre, faceva parte del Pci e della Cgil, come il marito Pierino Frasca, già segretario della Camera del Lavoro di Torino. Non ha mai rinunciato ai suoi ideali e, negli anni della pensione, ha prestato servizio presso l’auser e ha effettuato numerosi interventi nelle scuole per parlare ai ragazzi della sua esperienza nella Resistenza.
Moncalieri piange la scomparsa di Giuseppe Nolli, 79 anni: era titolare dell’omonima gioielleria in viale della Stazione. In molti lo ricordano come un uomo schivo e schietto, che ha sempre difeso con trasporto gli interessi della sua categoria, sia con il sostegno personale ai colleghi in difficoltà che nei comitati di quartiere. Giuseppe aveva lanciato la raccolta fondi «Io sto con il gioielliere», per sostenere Mario Roggero, collega di Grinzane Cavour protagonista suo malgrado di un noto caso di cronaca che lo ha visto condannato per l’uccisione di due rapinatori. «Anche se si tratta di una goccia d’acqua nel mare, riteniamo di non poterci esimere dal porgere un aiuto concreto al collega in questo momento di difficoltà», aveva detto Giuseppe.