«Subito dal sindaco per parlare delle aule E stop alla crescita delle matricole»
Il neo eletto avrà dei vicerettori che saranno affiancati da giovani per far maturare loro un’esperienza di crescita Per Corgnati l’ateneo è un elemento chiave della città
Stefano Corgnati, nuovo rettore del Politecnico, sfrutta al meglio la sua esperienza da politico per rispondere alle domande impertinenti. «Saracco mi ha definito come il suo bambino?». Dopo un secondo di silenzio, l’ex sindaco di Livorno Ferraris sfodera la migliora delle risposte possibili: «Lo dicevo prima al professor Paolucci che mi ha visto crescere, il Politecnico è come se fosse la mia famiglia. Sono diventato grande in queste aule. Sono entrato che ero un ragazzo, come studente, poi sono diventato professore, ho fatto le mie esperienze nei ruoli di governo e adesso, spinto da un’ampia maggioranza di voti, ne divento rettore».
Conquistato il Rettorato, dovrà organizzare la squadra. Da cosa partirà?
«Il mio modello di governo di una “federazione” prevederà un organismo di dialogo con i direttori di dipartimento. Definito questo, mi occuperò della parte esecutiva partendo dalle tre missioni: formazione, innovazione scientifico-tecnologica e, infine, trasformazione e coinvolgimento della comunità. Avrò dei vicerettori. Saranno affiancati da giovani, per far maturare loro un’esperienza di crescita».
La metà della squadra sarà donna?
«Sicuramente il bilanciamento dei generi è una ricchezza dell’ateneo. Però non voglio una risposta aritmetica. In questi mesi, ho trovato una ricchezza di saperi. Troveremo un equilibrio».
Nella nuova organizzazione del Politecnico troverà posto il festival Biennale Tecnologia, inventato e guidato dal suo sfidante Juan Carlos De Martin?
«Biennale Tecnologia, come ho detto, è un valore aggiunto di questo ateneo. Il festival non sarà cancellato. Però non ho avuto ancora il tempo di avviare una riflessione su come e dove sarà collocato nella forma di governo».
Se ne occuperà ancora il professore De Martin?
«Ripeto, non ho ancora pensato come sarà l’archittura delle funzioni all’interno dell’esecutivo dell’ateneo».
Intanto, ha già promesso che rivoluzionerà la comunicazione, delega nella vecchia «giunta» Saracco affidata proprio a De Martin.
«Siamo un’istituzione che deve avere un piano di comunicazione chiaro e strategico. Spesso il racconto dell’offerta formativa si è rifatto a un modello parcellizzato, concentrato sui singoli corsi di stue dio senza parlare dell’ateneo nella sua interezza».
Il primo a complimentarsi con lei è stato il sindaco e collega al Politecnico Stefano Lo Russo. La prima cosa di cui discuterete con lui sarà la nomina del nuovo presidente della Compagnia di San Paolo?
«No, con lui discuterò del nuovo campus cittadino. Il Politecnico è un elemento chiave dello sviluppo di Torino. Ed è fondamentale per la riconoscibilità del nostro capoluogo. Nel programma che ho proposto, ho promesso che l’ateneo sarà un interlocutore della città in tutte le sue azioni fondamentali».
E quale sarà il rapporto con la Regione?
«Lavoreremo insieme sul tema del trasferimento tecnologico e su quello delle politiche che riguardano la formazione permanente. I settori in cui saremo in prima fila saranno la transizione green e digital, quelli dell’aerospazio e del biomedicale».
Sarà ancora il Politecnico che celebra a settembre il record di immatricolazioni?
«No, il nostro primo obiettivo sarà la qualità. Punteremo sull’eccellenza della formazione riducendo il rapporto tra il numero di studenti e quello dei docenti. Per questo è fondamentale lo sviluppo edilizio».
Su Biennale Tecnologia
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La svolta
Il primo obiettivo sarà la qualità: voglio ridurre il rapporto tra numero di studenti e di docenti