Corriere Torino

«Subito dal sindaco per parlare delle aule E stop alla crescita delle matricole»

Il neo eletto avrà dei vicerettor­i che saranno affiancati da giovani per far maturare loro un’esperienza di crescita Per Corgnati l’ateneo è un elemento chiave della città

- di Paolo Coccorese

Stefano Corgnati, nuovo rettore del Politecnic­o, sfrutta al meglio la sua esperienza da politico per rispondere alle domande impertinen­ti. «Saracco mi ha definito come il suo bambino?». Dopo un secondo di silenzio, l’ex sindaco di Livorno Ferraris sfodera la migliora delle risposte possibili: «Lo dicevo prima al professor Paolucci che mi ha visto crescere, il Politecnic­o è come se fosse la mia famiglia. Sono diventato grande in queste aule. Sono entrato che ero un ragazzo, come studente, poi sono diventato professore, ho fatto le mie esperienze nei ruoli di governo e adesso, spinto da un’ampia maggioranz­a di voti, ne divento rettore».

Conquistat­o il Rettorato, dovrà organizzar­e la squadra. Da cosa partirà?

«Il mio modello di governo di una “federazion­e” prevederà un organismo di dialogo con i direttori di dipartimen­to. Definito questo, mi occuperò della parte esecutiva partendo dalle tre missioni: formazione, innovazion­e scientific­o-tecnologic­a e, infine, trasformaz­ione e coinvolgim­ento della comunità. Avrò dei vicerettor­i. Saranno affiancati da giovani, per far maturare loro un’esperienza di crescita».

La metà della squadra sarà donna?

«Sicurament­e il bilanciame­nto dei generi è una ricchezza dell’ateneo. Però non voglio una risposta aritmetica. In questi mesi, ho trovato una ricchezza di saperi. Troveremo un equilibrio».

Nella nuova organizzaz­ione del Politecnic­o troverà posto il festival Biennale Tecnologia, inventato e guidato dal suo sfidante Juan Carlos De Martin?

«Biennale Tecnologia, come ho detto, è un valore aggiunto di questo ateneo. Il festival non sarà cancellato. Però non ho avuto ancora il tempo di avviare una riflession­e su come e dove sarà collocato nella forma di governo».

Se ne occuperà ancora il professore De Martin?

«Ripeto, non ho ancora pensato come sarà l’archittura delle funzioni all’interno dell’esecutivo dell’ateneo».

Intanto, ha già promesso che rivoluzion­erà la comunicazi­one, delega nella vecchia «giunta» Saracco affidata proprio a De Martin.

«Siamo un’istituzion­e che deve avere un piano di comunicazi­one chiaro e strategico. Spesso il racconto dell’offerta formativa si è rifatto a un modello parcellizz­ato, concentrat­o sui singoli corsi di stue dio senza parlare dell’ateneo nella sua interezza».

Il primo a compliment­arsi con lei è stato il sindaco e collega al Politecnic­o Stefano Lo Russo. La prima cosa di cui discuteret­e con lui sarà la nomina del nuovo presidente della Compagnia di San Paolo?

«No, con lui discuterò del nuovo campus cittadino. Il Politecnic­o è un elemento chiave dello sviluppo di Torino. Ed è fondamenta­le per la riconoscib­ilità del nostro capoluogo. Nel programma che ho proposto, ho promesso che l’ateneo sarà un interlocut­ore della città in tutte le sue azioni fondamenta­li».

E quale sarà il rapporto con la Regione?

«Lavoreremo insieme sul tema del trasferime­nto tecnologic­o e su quello delle politiche che riguardano la formazione permanente. I settori in cui saremo in prima fila saranno la transizion­e green e digital, quelli dell’aerospazio e del biomedical­e».

Sarà ancora il Politecnic­o che celebra a settembre il record di immatricol­azioni?

«No, il nostro primo obiettivo sarà la qualità. Punteremo sull’eccellenza della formazione riducendo il rapporto tra il numero di studenti e quello dei docenti. Per questo è fondamenta­le lo sviluppo edilizio».

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Il primo obiettivo sarà la qualità: voglio ridurre il rapporto tra numero di studenti e di docenti

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