Corriere Torino

E Gigi si rivolse a Lo Bello: «Cosa le devo dire per farmi buttare fuori?»

- Filippo Bonsignore

L’impresa storica di una squadra unica e di un’isola intera si sarebbe compiuta da lì a poco ma le pagine decisive del romanzo dello scudetto del Cagliari del 1970 furono scritte un mese prima a Torino. È il 15 marzo e i sardi, primi in classifica con 34 punti, si presentano al Comunale per la sfida con la Juventus, che insegue a 32. I bianconeri hanno l’occasione per agganciare la capolista, dopo una stagione iniziata tutt’altro che bene, con 4 sconfitte nelle prime 8 giornate e un insolito (per l’epoca) esonero dell’allenatore, Luis Carniglia. Con il sostituto, Ercole Rabitti, la Juve ha colleziona­to 27 punti nelle successive quindici gare e arriva allo scontro diretto con il Cagliari con la chance di raggiunger­la in testa e giocarsi il titolo nella volata finale delle ultime 6 giornate. Piove sul Comunale: alla Juve manca Francesco Morini, il difensore designato a controllar­e Gigi Riva, sostituito da Salvadore; il Cagliari è senza Tomasini e l’allenatore Scopigno, squalifica­to per 6 mesi per aver insultato un guardaline­e. La Juve passa in vantaggio con un’autorete di Niccolai, ma a fine primo tempo Riva riporta tutto in equilibrio, pareggiand­o di testa. L’aria si riscalda nella ripresa: l’arbitro, Concetto Lo Bello, fa ripetere un rigore assegnato ai bianconeri e sbagliato da Haller, sostenendo che il portiere cagliarita­no Albertosi si era mosso in anticipo. Anastasi segna il 2-1. È bufera, ai sardi saltano i nervi: Riva è tra più accesi nelle proteste. «Ricordo - racconterà di avergli detto, oltre a tante parole, una frase che poi era la verità: noi abbiamo fatto sacrifici per tutto un anno, giocandoci le partite sempre con il coltello tra i denti per portare in Sardegna un risultato prestigios­o; non era giusto che un c... come lui ci rovinasse tutto. È disumano, ricordo di avergli detto». L’attaccante era un fiume in piena: «Aggiunsi: che cosa le devo dire per fami buttare fuori? La risposta di Lo Bello fu: pensa a giocare. Ero preso dal nervosismo, non mi trattenevo più. Alla fine Lo Bello ci diede un rigore...». Già, a otto minuti dal termine, Salvadore trattiene Riva in area: rigore, trasformat­o dallo stesso Rombo di Tuono per il 2-2 finale. Un mese dopo, il 12 aprile 1970, il Cagliari si laureò campione d’italia.

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Concetto Lo Bello, classe 1924, fu un dei più grandi arbitri del mondo

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