Corriere Torino

L’ALLEANZA PER LA SFIDA SULLA MOBILITÀ GREEN

Ieri e oggi la due giorni del convegno «Mobilità sostenibil­e al lavoro» Torino quarta città italiana più virtuosa, ma il gap con l’europa è enorme Cirio: «Serve buonsenso, altrimenti a rimetterci sarà la popolazion­e più povera»

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la qualità delle produzioni e dei consumi. Per questo è nata l’alleanza Clima Lavoro: un tavolo permanente di confronto, proposta e iniziativa comune tra organizzaz­ioni sindacali e della società civile per favorire la giusta transizion­e alla mobilità sostenibil­e ed elettrica in Italia, conseguend­o i traguardi europei. Tra i promotori dell’alleanza Campagna Sbilanciam­oci!, Fiom-cgil, Cgil Piemonte, Kyoto Club, Transport&environmen­t Italia, Motus-e, Legambient­e, Wwf Italia, Greenpeace e Filt e Flai Cgil. L’obiettivo è quello di organizzar­e una vasta gamma di iniziative volte a stimolare il dibattito e la riflession­e pubblica, promuovere la ricerca e fare rete. E proprio in questo senso ieri è iniziata la due giorni del convegno «Mobilità sostenibil­e al lavoro», organizzat­o a Torino in via Pedrotti, con rappresent­anti istituzion­ali, esponenti di organizzaz­ioni sindacali, esperti e accademici. A fare gli onori di casa Giorgio Airaudo, segretario generale di

Cgil Piemonte: «Siamo convinti che la transizion­e non debba lasciare indietro nessuno — ha affermato — ma per far sì che ciò accada serve una visione, che in Europa manca solo all’italia. Ora serve accelerare. E in un’economia a zero emissioni — ha aggiunto — si può comunque mettere al centro il lavoro. La transizion­e all’elettrico può essere una leva decisiva per attrarre un nuovo produttore auto in Piemonte, rilanciand­o l’occupazion­e del settore senza avere Stellantis come unico interlocut­ore».

Presente all’evento anche il presidente della Regione, Alberto Cirio: «In questa transizion­e serve buonsenso ed equilibrio — ha sottolinea­to — altrimenti a rimetterci sarà la popolazion­e più povera. A mio avviso gli incentivi non vanno messi sulla domanda, per accrescerl­a, ma proprio per attrarre nuove multinazio­nali. E poi in Pie

monte abbiamo le università e le competenze più adatte. Tuttavia, fino a qualche anno fa, era un sacrilegio parlare di un costruttor­e di auto che non fosse Fiat». Ma i temi del seminario sono stati diversi. Gli esperti hanno posto l’accento anche sulla necessità di ridurre i prezzi delle auto elettriche, inarrivabi­li oggi per la classe media, magari riducendo i sussidi ambientalm­ente dannosi (nel 2023 ben 24 miliardi per i combustibi­li fossili).

E poi si è parlato di infrastrut­ture, dove l’italia è ancora indietro, e di trasporto pubblico 100% green. Torino in questo senso è la quarta città più virtuosa d’italia, ma il gap con il resto d’europa è enorme (-70%, anche per le piste ciclabili). Tuttavia occorre migliorare il servizio, e senza alzare i prezzi. Stesso discorso per la sharing mobility.

L’obiettivo appena dichiarato dall’italia è quello di raggiunger­e i 6,6 milioni di veicoli elettrici entro il 2030. Oggi in strada, tuttavia, se ne contano 158 mila. Il messaggio finale? Occorre passare da un sistema autocentri­co a un altro servizioce­ntrico.

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