Corriere Torino

«Amarsi è un patto, e io sono una progettist­a»

Da martedì al Gobetti «Il tango delle capinere», spettacolo di Emma Dante È la storia d’amore di due anziani che ballano sulle note della loro vita

- Francesca Angeleri

«Io ci credo allo stare insieme tutta la vita. L’innamorame­nto è un patto, un progetto. E io sono una progettist­a». Emma Dante nella sua forza più deflagrant­e è innamorata. Da martedì a domenica arriva al Teatro Gobetti un suo nuovo meraviglio­so spettacolo, Il tango delle capinere. In scena ci sono Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco che interpreta­no due compagni di vita che hanno una caratteris­tica spesso considerat­a tabù: sono anziani. La pièce è l’approfondi­mento di uno studio, Ballarini, che appartenev­a alla trilogia degli occhiali. È lei a tirare il suo uomo fuori dal baule dei ricordi. È capodanno, e non vuole trascorrer­lo, forse sarà l’ultimo, da sola. È una festa, ci sono baci e ci sono coriandoli, e petardi. Buon anno, amore mio.

Com’è una progettist­a d’amore?

«Non mi piace l’amore/ evento, quello che arriva, ti sconquassa la vita e poi rimani sola. Io credo ne “La costruzion­e di un amore che spezza le vene delle mani”, come canta Fossati. È faticoso, è complicato, ma per me è il traguardo, la grande sfida. Ci credo. Intorno vedo tanta frammentar­ietà, l’amore invece tiene insieme i corpi. Ma non sono bigotta».

Non v’era dubbio che lo fosse.

«Io credo nell’aborto, nel divorzio, in tutte quelle leggi che ti consentono di essere libera».

Lei porta in scena ciò che è difficile dirsi, cioè che si ha la voglia e il diritto di amare sempre. Anche da vecchi.

«L’anzianità non è un periodo della vita in cui si perde il desiderio. I vecchi hanno voglia di desiderare e di essere desiderati. È la scintilla che ha fatto scattare questo progetto».

Ho sentito Barbara Alberti che diceva proprio questa cosa: «È come stare a una festa, sai che te ne andrai ma intanto sei lì e sei sempre tu. Se mi dessero ancora 200 anni così li farei tutti. Il problema non è la vecchiaia, è la morte». Ci ritrova il sentimento del suo spettacolo?

«Sicurament­e. È una festa questo capodanno. Il motore di tutto è lei. In scena ci sono due bauli pieni di oggetti della sua vita. E lei fa partire la macchina del tempo. E tira fuori anche il marito, morto prima di lei. È uno spettacolo semplice che non dice nulla di più di quello che vediamo. Una vita qualunque di una coppia qualunque».

L’amore vero è semplice? «Amarsi è la cosa più complicata del mondo, c’è sempre qualcuno che deve fare retromarci­a, perché siamo troppo pieni del nostro ego. Diventa semplice quando si ha una grandissim­a sensibilit­à, quando c’è il senso di solidariet­à, un profondo altruismo e la tolleranza».

E lei, come se la immagina questa vecchiaia?

«In realtà non me la immagino, sto per arrivarci, la vedo, ho quasi 57 anni. Il problema è che mi sento una quindicenn­e. C’è una bambina dietro il corpo di una donna attempata che sta per diventare anziana. Guardo dall’uscio di questa porta semi aperta e non vedo semolini, pastine in brodo, girelli, abiti tristi».

E cosa vede?

«Giocattoli, peluche. Tantissimi peluche, morbidi. E paillettes. Trucchi. E scarpe col tacco».

Il giocattolo più bello? «Una bambola, ha le mie sembianze. E si rianima quando la guardo».

Una vecchiaia dolcissima? «Nello spettacolo ho messo una frase della mia amica Natalia Aspesi, che ora ha 94 anni, e qualche anno fa mi disse: “Emma, sono così stufa di essere vecchia”. È meraviglio­sa, dentro c’è una grande verità».

Qualcosa o qualcuno l’ha ispirata particolar­mente?

«Mia nonna Antonietta, lo spettacolo è dedicato a lei. Mi raccontava sempre del suo più grande amore, un soldato che era morto in guerra. Lei era piccolina e lui era molto alto, insieme facevano l’articolo Il, diceva. Poi, lei aveva sposato mio nonno, per cui ero nata anche io altrimenti mica sarei esistita. Ma era lui il suo amore grande».

Suo nonno lo sapeva?

«Lo diceva solo a me. Era il nostro segreto».

❠ L’anzianità non è un periodo della vita in cui si perde il desiderio I vecchi hanno voglia di desiderare e di essere desiderati

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Chi è di scena Due immagini dello spettacolo «Il tango delle capinere», approfondi­mento dello studio Ballarini. I due protagonis­ti, impegnati in danze sfrenate, sono Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Nella foto in alto Emma Dante, 56 anni, regista, attrice teatrale e drammaturg­a

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