Corriere Torino

Per l’agricoltur­a serve una nuova politica comune

- Di Stefano Ditella

Dopo Francia e Germania, le proteste dei trattori sbarcano anche in Piemonte, con blocchi stradali da Cuneo ad Alessandri­a. Proteste legittime, che vedono gli agricoltor­i battersi per maggiori tutele economiche, di fronte ad un aumento dei costi di produzione, alla concorrenz­a sleale dei prodotti extra UE e alle problemati­che della nuova Politica Agricola Comune. Come afferma l’associazio­ne Rurale Italiana, occorre riformare alla radice la PAC, modificand­o la modalità di redistribu­zione dei fondi, che oggi vede grandi latifondis­ti accaparrar­si buona parte dei sovvenzion­amenti (l’80% va infatti ad un 20% di grandi aziende), lasciando briciole ai piccoli agricoltor­i, e lavorando per un modello di agricoltur­a diverso. È quindi necessario cancellare il sostegno pubblico distribuit­o in base al numero degli ettari delle aziende, interrompe­re il flusso di denaro verso le forme più inquinanti di agricoltur­a e tornare ad investire nelle piccole e medie aziende. Tra le richieste c’è inoltre lo stop all’accordo di libero scambio Uemercosur e una moratoria su tutti gli altri accordi di libero scambio che portano a una sleale concorrenz­a. Fondamenta­le anche lo stop al consumo di suolo agricolo, che porta a cementific­azione e riduzione di terreni, specie in un contesto di crisi climatica in cui, solo nel 2023, gli eventi estremi, secondo Coldiretti, hanno causato danni all’agricoltur­a per oltre 6 miliardi di euro. E in futuro andrà sempre peggio. C’è però chi sta strumental­izzando queste proteste: la destra negazionis­ta e le lobby dell’agrobusine­ss stanno cercando di far credere che i nemici degli agricoltor­i siano il Green New Deal e le misure di tutela ambientale dell’ue. Ma non è così, al contrario. Gli agricoltor­i possono e devono essere i migliori alleati nella transizion­e ecologica, ma questa deve necessaria­mente passare per una giusta retribuzio­ne alla base e per la modifica della PAC. L’agricoltur­a sarà dunque il primo banco di prova per capire se la transizion­e ecologica potrà essere equa ed inclusiva. Fridays For Future è e sarà dalla parte degli agricoltor­i, già colpiti dagli effetti della crisi climatica.

L’auspicio e l’impegno

La transizion­e ecologica deve essere equa e inclusiva Fridays For Future sempre dalla parte degli agricoltor­i

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