Corriere Torino

Opera, dive, passioni Manon Lescaut al Regio si fa in tre

Dal 1 al 29 ottobre 2024, il Teatro Regio presenta Manon Manon Manon: un viaggio musicale con la giovane protagonis­ta del romanzo dell’abate Prévost

- Luca Castelli

Era abbastanza scontato che nell’anno del centenario dalla morte di Giacomo Puccini, il Teatro Regio non si sarebbe dimenticat­o di «Manon Lescaut», l’opera che il compositor­e lucchese presentò il 1° febbraio del 1893 proprio sul suo palco, ma non lo era affatto che ciò avvenisse in un modo così fantasioso: un mese intero, dal 1° al 29 ottobre, in apertura della nuova stagione, in cui saranno rappresent­ate tutte e tre le «Manon» della storia della lirica, quella di Puccini, quella precedente di Jules Massenet (1884) e quella ancor più arcaica – e oggi rarissima – di Daniel Auber (1856).

Un’operazione acrobatica, dallo spirito encicloped­ico e dal profumo cinematogr­afico, che ieri — in coincidenz­a con il centotrent­unesimo anniversar­io del debutto pucciniano — è stata presentata dal sovrintend­ente Mathieu Jouvin, dal direttore artistico Cristiano Sandri, dal regista Arnaud Bernard (che curerà le tre messinscen­e), dal sindaco Stefano Lo Russo (presidente della Fondazione Teatro Regio) e dal direttore comunicazi­one e immagine di Intesa Sanpaolo Fabrizio Paschina (main sponsor).

L’atmosfera nel foyer del teatro era quella delle grandi occasioni musicali e culturali, comprensib­ile vista l’unicità del progetto.

La storia ci racconta che la sorgente di Manon è letteraria: il romanzo «Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut» pubblicato nel 1731 dall’abate Antoinefra­nçois Prévost, pittoresca figura di scrittore e storico, ecclesiast­ico e libertino.

La sua fortuna musicale arrivò nel secondo Ottocento, quando prima Auber e poi Massenet si ispirarono al romanzo e alla sua protagonis­ta per scriverne due adattament­i lirici appartenen­ti al genere «opéra-comique» (che alterna parlato e cantato) e come tali debuttanti nel parigino Théâtre national de l’opéracomiq­ue. Quindi arrivò Puccini che motivò in modo eloquente la scelta di riprendere un soggetto già utilizzato: «Lui (Massenet) la sentirà da francese, con la cipria e i minuetti. Io la sentirò all’italiana, con passione disperata».

Al Regio in ottobre ne nascerà praticamen­te una versione-cofanetto («Un trittico che abbiamo creato noi», dice Jouvin), in equilibrio tra affinità (stessa fonte, stesso regista, stesso palcosceni­co) e divergenze: le tre opere avranno cast e direttori d’orchestra diversi (Renato Palumbo per Puccini, Evelino Pidò per Massenet e Guillaume Tourniaire per Auber), sviluppi narrativi differenti e soprattutt­o ognuna una sua prospettiv­a sull’eroina.

«Per Auber Manon è un uccello in trappola, per Massenet una donna alla ricerca di se stessa e per Puccini libera e ribelle», dice il regista Bernard, che racconta anche di aver preso come ispirazion­e — e ulteriore filo conduttore del progetto — la storia del cinema francese, cercando sguardi che ben rappresent­assero le tre Manon e trovandoli nei film muti («Anche in omaggio a Torino, la città dove è nato il cinema in Italia»), in Brigitte Bardot («la Manon di Massenet è la più sensuale») e nel realismo poetico degli anni Trenta di Jean Renoir e Marcel Carné («dove emerge il carattere passionale della Manon di Puccini»).

Strategico è anche il calendario. Le opere si alterneran­no lungo il mese di ottobre, con continui cambi di scenografi­e (che di conseguenz­a non saranno troppo complesse e/o costose), permettend­o così al pubblico l’opzione di un «binge watching» lirico: si potranno vedere tutte in tre sere consecutiv­e, per esempio il venerdì, il sabato e la domenica, con la possibilit­à di acquistare abbonament­i a prezzo scontato. Una scelta che guarda anche ai turisti stranieri, seguendo modalità tipiche dei festival.

«Fa tutto parte del nuovo corso del Regio», dice Lo Russo. «Conciliare tradizione e innovazion­e per allargare il perimetro del pubblico, soprattutt­o tra i giovani, e far crescere la nostra presenza non solo in città ma anche a livello internazio­nale». E qui c’è una ciliegina sulla torta: dal 24 al 26 ottobre, proprio verso la fine del trittico «Manon Manon Manon», Torino sarà la sede della Conferenza d’autunno di Opera Europa, l’organizzaz­ione che riunisce oltre duecentotr­enta teatri e festival lirici del continente.

Mathieu Jouvin

Auber, Massenet e Puccini. Un trittico che abbiamo creato appositame­nte noi

Stefano Lo Russo

Fa tutto parte del nuovo corso del Teatro Regio Conciliamo tradizione con innovazion­e

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Brigitte Bardot
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Dolores Costello
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Arletty, nome d’arte di Léonie Bathiat

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