Flabbi: «Leggere Annie Ernaux mi rende migliore»
Nell’ambito del ciclo Alias, incontri sulla traduzione, al Circolo dei lettori, oggi alle 12, c’è la presentazione con Lorenzo Flabbi che, in questa veste (è anche editore de L’orma), è a Torino come traduttore di Annie Ernaux. In quanto tale, ha dichiarato che tradurla lo rende una persona migliore: «Un libro che riesce ad allargare i tuoi orizzonti, che mette a fuoco qualcosa che hai sotto i tuoi occhi ma di cui non ti eri reso ancora conto fino a quel momento, ha la straordinaria capacità di renderti migliore. Mi auguro che lo faccia con tutti i lettori, però bisognerebbe essere disposti a credere al potere, se non salvifico, quanto meno politico della letteratura».
Sottolinea Flabbi che la traduzione è innanzitutto una testimonianza di lettura e che ogni lettura presuppone un’interpretazione, «l’ermeneutica è un movimento della comprensione e si attua quando si alzano gli occhi dal foglio dello scritto originale e si resta, come dire, sospesi nel proprio pensiero alla ricerca delle parole da utilizzare nella propria lingua che corrispondano al meglio allo stile del testo fonte».
Narra di una Ernaux molto esigente con se stessa e con il suo rapporto con la parola, relazione che non può che costringere il traduttore a esserlo altrettanto. «La parabola letteraria di Ernaux è piuttosto compatta, ciò detto ogni singolo libro ha una specificità linguistica che pone ogni volta delle sfide diverse al traduttore. Ad esempio, il suo ultimo grande romanzo, Memoria di ragazza, è quello che mi ha creato più difficoltà nel tradurlo. La lingua si è fatta ancora più densa, pensi che persino la punteggiatura è semantizzata, intendo portatrice di un senso più profondo rispetto a quello consueto. Senza addentrarci in questioni troppo tecniche, le faccio qui solo un esempio: gli incisi indicati tra virgole indicano un diverso movimento della memoria rispetto a quelli indicati dai trattini».
Da editore di Ernaux da dieci anni, si sono incontrati nelle occasioni più disparate, «siamo così amici che non so più ormai se amo di più la Annie persona o scrittrice, che sono però molto simili».
Anzi, pare che le due voci coincidano come raramente accade. «Mi viene da pensare all’ultima volta che ci siamo visti. Eravamo a Pordenone legge, un festival al quale era stata invitata. Siamo saliti sul palco e quando ha iniziato a parlare si è creato un silenzio specifico, sospeso, quello dell’ascolto assoluto. Ecco, Annie è una persona che ha questo tipo d’intensità, in se stessa così come nella scrittura.
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Tradurre un testo è sempre una nuova sfida
Io e Annie Ernaux siamo così amici che ormai non so più se amo di più la persona oppure la scrittrice