Corriere Torino

Flabbi: «Leggere Annie Ernaux mi rende migliore»

- Francesca Angeleri

Nell’ambito del ciclo Alias, incontri sulla traduzione, al Circolo dei lettori, oggi alle 12, c’è la presentazi­one con Lorenzo Flabbi che, in questa veste (è anche editore de L’orma), è a Torino come traduttore di Annie Ernaux. In quanto tale, ha dichiarato che tradurla lo rende una persona migliore: «Un libro che riesce ad allargare i tuoi orizzonti, che mette a fuoco qualcosa che hai sotto i tuoi occhi ma di cui non ti eri reso ancora conto fino a quel momento, ha la straordina­ria capacità di renderti migliore. Mi auguro che lo faccia con tutti i lettori, però bisognereb­be essere disposti a credere al potere, se non salvifico, quanto meno politico della letteratur­a».

Sottolinea Flabbi che la traduzione è innanzitut­to una testimonia­nza di lettura e che ogni lettura presuppone un’interpreta­zione, «l’ermeneutic­a è un movimento della comprensio­ne e si attua quando si alzano gli occhi dal foglio dello scritto originale e si resta, come dire, sospesi nel proprio pensiero alla ricerca delle parole da utilizzare nella propria lingua che corrispond­ano al meglio allo stile del testo fonte».

Narra di una Ernaux molto esigente con se stessa e con il suo rapporto con la parola, relazione che non può che costringer­e il traduttore a esserlo altrettant­o. «La parabola letteraria di Ernaux è piuttosto compatta, ciò detto ogni singolo libro ha una specificit­à linguistic­a che pone ogni volta delle sfide diverse al traduttore. Ad esempio, il suo ultimo grande romanzo, Memoria di ragazza, è quello che mi ha creato più difficoltà nel tradurlo. La lingua si è fatta ancora più densa, pensi che persino la punteggiat­ura è semantizza­ta, intendo portatrice di un senso più profondo rispetto a quello consueto. Senza addentrarc­i in questioni troppo tecniche, le faccio qui solo un esempio: gli incisi indicati tra virgole indicano un diverso movimento della memoria rispetto a quelli indicati dai trattini».

Da editore di Ernaux da dieci anni, si sono incontrati nelle occasioni più disparate, «siamo così amici che non so più ormai se amo di più la Annie persona o scrittrice, che sono però molto simili».

Anzi, pare che le due voci coincidano come raramente accade. «Mi viene da pensare all’ultima volta che ci siamo visti. Eravamo a Pordenone legge, un festival al quale era stata invitata. Siamo saliti sul palco e quando ha iniziato a parlare si è creato un silenzio specifico, sospeso, quello dell’ascolto assoluto. Ecco, Annie è una persona che ha questo tipo d’intensità, in se stessa così come nella scrittura.

Tradurre un testo è sempre una nuova sfida

Io e Annie Ernaux siamo così amici che ormai non so più se amo di più la persona oppure la scrittrice

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Il binomio Un’immagine di Lorenzo Flabbi, che è anche l’editore della scrittrice Annie Ernaux

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