Avvisi sonori bassi e pochi posti a bordo dei bus Quante difficoltà per i disabili
Dalle strade senza scivoli alle buche killer, fino ai sampietrini sconnessi e ai marciapiedi divelti. A ciò si aggiungono i monopattini abbandonati un po’ ovunque e l’inciviltà di alcuni cittadini, con 4 mila multe all’anno per parcheggi abusivi nei posti riservati.
E così per i disabili torinesi muoversi in città non è sempre facile. Stesso discorso per l’efficienza di metro, treni, tram e autobus: spostarsi, anche se accompagnati, diventa un vero problema, ancor peggio se si ha intenzione di farlo in autonomia. Il 90% dei pullman è accessibile, ma se si prova a prenderlo alle 8 del mattino spesso occorre aspettare anche 5 o 6 corse (troppe per chi deve recarsi a lavoro). Nei mezzi più datati infatti c’è solo un posto dedicato, mentre in quelli recenti si arriva a due. Il lato positivo è che sempre più disabili utilizzano il trasporto pubblico, ma così aumentano anche le difficoltà. Si può anche chiamare un taxi, ma in città c’è ne sono solo quattro ben attrezzati. Due per ogni turno. A Brescia, per intenderci, ne hanno 5 per 150 mila cittadini, mentre Torino supera gli 800 mila abitanti. A Roma invece i taxi attrezzati sfiorano persino le 100 unità. Inoltre a Torino il pagamento non segue il tassametro tradizionale. La corsa, all’interno della città, costa sempre 25 euro, anche per i percorsi più brevi. E così se un turista disabile scende a Porta Nuova e vuole raggiungere il museo Egizio, pagherà la tariffa fissa anche per pochi chilometri.
Problemi ben noti a Giovanni Ferrero
(nella foto), direttore della Consulta per le persone in difficoltà. «La città non è costruita per le persone disabili — racconta — tuttavia si sta lavorando per andare incontro alle loro esigenze nel miglior modo possibile. Per i pullman la situazione è migliorata con il raddoppio dei posti disponibili, da uno a due, e gli avvisi sonori non vengono più spenti dagli autisti perché ritenuti un disturbo. Ci sono ancora diversi aspetti da migliorare, ma la buona volontà non manca». Alcuni disabili, tuttavia, hanno segnalato che la voce degli avvisi sarebbe un po’ troppo bassa, e così nelle ore di punte
diventa difficile intendere il messaggio. «Il vero problema tuttavia è quello dei taxi — aggiunge Ferrero — visto che quelli attrezzati sono davvero pochissimi. E noi, come associazione, abbiamo anche espresso parere contrario alla tariffa fissa. Doveva essere una sperimentazione, la modalità non è stata neanche approvata dalla Commissione provinciale, ma poi è rimasto tutto così. Non ci sembra corretto. Per quanto riguarda la metropolitana invece — aggiunge — il nodo rimane la manutenzione, con Gtt che continua a giustificarsi con i ritardi degli ordini necessari per gli interventi. Ma se gli ascensori o le scale mobili risultano inaccessibili, per un disabile cambia completamente la giornata».
Un altro grave problema quando si parla di mobilità, poi, è il parcheggio selvaggio dei monopattini, che spesso occupano i marciapiedi, anche nelle vicinanze delle fermate. «Le più grandi città europee stanno limitando l’utilizzo di questo mezzo per tutte le difficoltà che comporta, da Parigi a Barcellona, mentre Torino si oppone. A mio avviso è giusto farli utilizzare ai privati, mentre dovrebbe quantomeno essere limitato il numero di quelli in condivisione. Immaginate un marciapiede pieno di questi mezzi e i problemi che ne derivano per una persona cieca o in carrozzina. Spesso, poi, si trovano anche nelle strisce pedonali. Una mancanza di rispetto, purtroppo, piuttosto generalizzata. Il Comune, dal canto suo, aveva promesso di montare degli stalli appositi per i parcheggi, ma così non è stato».