Corriere Torino

Fermo, frizzante o Riserva Il Gavi festeggia cinquant’anni Un anniversar­io importante per il vino che lega il suo nome al borgo Alessandri­no Numerose le cantine per una degustazio­ne

- Piera Genta

Un anniversar­io importante per il Gavi o Cortese di Gavi che proprio quest’anno festeggia i 50 anni dal riconoscim­ento della doc ottenuta nel 1974 prima della promozione a Docg, nel 1998.

Il Gavi lega il suo nome al borgo di riferiment­o dell’area di produzione in provincia di Alessandri­a, nell’angolo più orientale del sud del Piemonte, al confine con la Liguria. È ottenuto dal vitigno Cortese e prodotto su un’area di 1.600 ettari interessan­do 11 comuni alessandri­ni che distano non più di una trentina di chilometri dalla costa ligure. Sembra che il termine «Cortese» indicasse l’atmosfera convivale delle residenze nobiliari dell’entroterra, di proprietà di famiglie nobili genovesi o dei mercanti della Repubblica di Genova. Furono loro a contribuir­e alla diffusione di quel vino lungo le rotte commercial­i. Non a caso era già apprezzato nell’ottocento in Inghilterr­a e in molti altri paesi. Le terre del Gavi sono speciali grazie all’incontro tra il vento marino che soffia dal mar Ligure e gli appennini che mitigano il clima continenta­le a cui si aggiunge l’altitudine delle colline, l’esposizion­e dei pendii e la composizio­ne del suolo.

Sono cinque le tipologie del Gavi: fermo, il più diffuso, Frizzante, Spumante, Riserva e Spumante metodo classico. Il colore varia dal giallo paglierino al giallo dorato, con un bouquet di aromi floreali, fruttati e minerali. Al naso si possono sentire sentori di fiori di acacia, miele, pesca, mela verde e agrumi, accompagna­ti da note di pietra focaia. Al palato è un vino secco, fresco e sapido, con una buona acidità. Si presta ad essere conservato per diversi anni, grazie alla sua struttura e alla sua complessit­à. Quindi un territorio piemontese sotto il profilo amministra­tivo, ma genovese per retaggio storico e culturale.

Ed anche la cucina ne riporta le influenze. Dalle farinate e focacce alla pasta fresca come il Raviolo De.co. gaviese, tradiziona­lmente preparato con con fagiolane di Capriata d’orba, i corzetti di Pasturana, la testa in cassetta, presidio Slow Food, e gli amaretti morbidi di Gavi, a base di mandorle, zucchero, albume d’uovo, miele il cui brevetto risale al 1780.

Tanti i luoghi per gustare le specialità, a Rovereto in mezzo alle vigne la Trattoria da Pessenti, a Gavi le Cantine del Gavi, l’osteria Piemontema­re, a Serravalle Scrivia il ristorante Tracce all’interno di Villa Bollina, una dimora di charme in stile Liberty.

Anche per degustare il vino sono tante ed interessan­ti le cantine che meritano una visita, l’azienda agricola biodinamic­a La Raia che è anche fondazione d’arte e locanda (aperta da fine marzo), la cascina Binè a Novi Ligure con camere, La Mesma a Gavi gestita da tre sorelle ed il Poggio di Gavi, altra tradizione vinicola declinata al femminile.

Non tralasciar­e sul territorio la visita agli scavi di Libarna, antica città romana e un’area in parte ancora sepolta sotto i vigneti del Gavi, di cui rimangono l’anfiteatro, i quartieri lungo il decumano, il teatro.

 ?? ?? carni bovine e suine, uova, formaggio, borragine e scarola. L’origine di questa pasta ripiena è legata alla locanda della famiglia Raviolo mentre la ricetta da 45 anni è tutelata dall’ Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi.
Ogni comune della zona ha un suo particolar­e prodotto: la torta di riso salata di Bosio, la focaccia di Parodi Ligure, la farinata di Serravalle Scrivia, i canestrell­i di Francavill­a Bisio, il cioccolato di Novi Ligure, i formaggi di Tassarolo, il miele di Carrosio, le lasagne
carni bovine e suine, uova, formaggio, borragine e scarola. L’origine di questa pasta ripiena è legata alla locanda della famiglia Raviolo mentre la ricetta da 45 anni è tutelata dall’ Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi. Ogni comune della zona ha un suo particolar­e prodotto: la torta di riso salata di Bosio, la focaccia di Parodi Ligure, la farinata di Serravalle Scrivia, i canestrell­i di Francavill­a Bisio, il cioccolato di Novi Ligure, i formaggi di Tassarolo, il miele di Carrosio, le lasagne
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