Corriere Torino

Paolo Oricco: «Loretta Strong è un’eroina beckettian­a»

- Francesca Angeleri

Èpiena di topi l’astronave (Daniela Dal Pin per questa scenografi­a andò in lizza per il Premio Ubu) in cui Loretta Strong sfodera tutta la sua giocosa e ridondante attitudine all’eccesso. L’opera teatrale sarà oggi, domani e giovedì al Teatro Marcidofil­m! di corso Brescia 4 bis. La prima volta che i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa portarono in scena questa pièce di Copi con la regia (allora come oggi) di Marco Isidori, era il 2011. Ed era anche la prima volta che il «maestro», come lo definisce il protagonis­ta, decideva di dare la grande chance a Paolo Oricco che (oggi come allora) è l’interprete principale. L’eccesso è un tratto caratteris­tico sia di Copi che della compagnia teatrale che l’anno prossimo, nella stagione 24/25, compirà quarant’anni. Eccesso che si estrapola poi in tutto, nella visione, nel corpo, nei suoni,

«Loretta — racconta Oricco — rientra nei personaggi dell’assurdo. È un’eroina beckettian­a in cui si avverano il quotidiano e la solitudine, ma non immaginiam­oci una cifra drammatica, la lente è grottesca». E per fortuna, vista la presenza del topo che è l’animale feticcio di Copi che lo ritrae (era anche un grande disegnator­e) pure nelle sue tavole. «L’unico contatto di Loretta con l’esterno, e siamo negli anni 70, è il telefono. Quanta lungimiran­za nel testo». Il tema del repertorio è fondante nella politica dei Marcido, «il rimettere in scena gli spettacoli è parte della nostra poetica, la compagnia crede fortemente nel repertorio. È abituale per noi andare a riprendere dei progetti perché siamo assolutame­nte convinti che il nostro teatro non abbia età e, anzi, che ciò che riproponia­mo acquisti in forza e attualità. Riportando­li in scena, più che attuali diventano contempora­nei. Ogni spettacolo per noi rappresent­a una tappa della nostra identità teatrale».

Il ritmo è incalzante anche a livello fisico, quella dell’interprete è innanzitut­to una performanc­e corporea oltre che inevitabil­mente vocale, «è tutto un grande gioco. Quello del bambino che, come diceva Carmelo Bene, gioca, non scherza. E Loretta è una creatura fanciulles­ca che partorisce pipistrell­i d’oro e viaggia attraverso una fantasia sfrenatiss­ima in cui scardina ogni certezza».

Una chiave di lettura del testo è certamente quella del genere, del queer e della messa in discussion­e sia artistica che individual­e. Loretta dal 2011 un po’ è diversa, «ho chiesto di cambiare completame­nte il trucco perché, con me, anche lei è cresciuta. Ci abbiamo lavorato molto in questi giorni. Oggi è tutta d’oro».

❠ Loretta è anche una creatura fanciulles­ca, partorisce pipistrell­i d’oro e viaggia attraverso una fantasia sfrenatiss­ima in cui scardina ogni certezza

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Protagonis­ta Paolo Oricco (foto di Daniela Dal Cin) interpreta la pièce Loretta Strong

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