Stop al Levante e alla Berlina, il nuovo suv verso Cassino Tramonta Maserati a Torino
In discussione anche il futuro della 500e dal 2026
Quasi due mesi di cassa integrazione, il bilico la nuova versione della 500e dopo il 2026, poche chance di ospitare le nuove piattaforme produttive di Stellantis, le STLA, (e quindi nuovi modelli), e ora Maserati che «congela» i piani della Berlina Quattroporte e del Levante. Mirafiori trema. E non solo per il «rischio» tagli evocato da Tavares in un’intervista a La corsa produttiva verso le 100 mila vetture l’anno (le istituzioni e i sindacati ne chiedono il doppio per garantire l’occupazione e la filiera) si è interrotta e rischia di dimezzarsi quest’ann0, a quota 50 mila auto.
La prima cattiva notizia è arrivata a novembre: la nuova berlina Quattroporte è stata rinviata al 2028. Un’eternità. E ci soo poche certezze sull’allocazione del modello. Le vecchie Ghibli e Quattroporte sono arrivate a fine corsa, quindi non più in produzione, insieme con l’impianto Avvocato Giovanni Agnelli di Grugliasco, chiuso il 31 dicembre e attualmente in vendita. Tra marzo e aprile dovrebbe uscire di produzione anche il Suv Levante. Il nuovo modello povrebbe rinascere a Cassino, insieme con Giulio e Stelvio sulla piattaforma STLA large, anche se per il momento il progetto del nuovo Levante è stato «congelato». Il risultato è
Uliano (Fim Cisl) Per mantenere la missione produttiva di Mirafiori è necessario assegnare un altro modello di largo consumo da affiancare alla 500e
che quello che resta del Tridente a Torino, brand già dimagrito da 50 mila vetture l’anno a 8 mila del 2023, dovrebbe reggersi solo sulle ruote di Gran Turismo e Gran Gabrio, si parla di duemila pezzi o poco più. I piani congelati di Maserati fanno tremare non solo i lavoratori di Mirafiori ma anche l’indotto delle imprese fornitrici di componenti. La speranza è che i modelli vengano confermati, a prescindere dal luogo di produzione. Ma la dirigenza Stellantis sta valutando la gestione di tanti brand, ben 14 sotto lo stesso tetto, con alcuni di questi che rischiano di farsi concorrenza nello stesso segmento, come Alfa Romeo e Maserati. Del resto anche la nuova Lancia, prodotta in Spagna, avrà una sua versione premium. Tra Torino e Parigi ci sarebbe in corso anche un braccio di ferro sull’utilizzo delle piattaforme. Con i francesi che vorrebbero far prevalere le logiche di economia di scala, e quindi puntare quasi esclusivamente sulle nuove piattaforme STLA, che in Italia sono presenti solo a Melfi e Cassino. Il problema è Mirafiori, con le vecchie piattaforme e pianali Fca, dove nascono le 500 Bev.
In questi giorni si ragiona sul futuro della 500 elettrica in produzione dal 2020, e fin qui, fino alla crisi degli ultimi mesi, un successo di mercato, con 185 mila unità vendute dal lancio. Il mercato delle
sta diventando affollato e molto competitivo sul fronte dei prezzi. Non solo per via del debutto massiccio in Europa dei marchi cinesi. Ma tutte le case automobilistiche
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● stanno facendo sforzi per ridurre all’osso i costi e proporre prezzi «accettabili» per i consumatori. Il futuro della 500e, che a breve avrà bisogno di un restyling, se non altro per seguire le norme di omologazione, è al centro del dibattito dei progettisti tra batterie, magari da assemblare , e architettura elettrica. La debole domanda di mercato oggi scoraggia grandi investimenti. All’orizzonte, la Mirafiori dell’auto non vede altro. E dovrà proseguire nella conversione green, tra lo smontaggio di vetture esauste (Polo dell’economia Circolare), trasmissioni per motori ibridi, il testing del Battery Hub. «Nel corso di gran parte del 2024 i volumi produttivi di Mirafiori dovranno reggersi su 500e e le due nuove Maserati — afferma Ferdinando Uliano della Fim Cisl — Riteniamo spostati troppo nel tempo, gli annunciati lanci produttivi del nuovo large E-UV BEV nel 2027 e la nuova generazione di Quattroporte BEV nel 2028. Per mantenere la missione produttiva di Mirafiori, Stellantis deve assegnare un altro modello di largo consumo».
Dopo Ghibli e 4porte, a marzo dovrebbe uscire di produzione il «vecchio» Levante