Rapinato per un Gratta e Vinci, chieste tre condanne
Biglietto fortunato da 5 milioni: nella casa della vittima c’erano 8 chili di lingotti d’oro
In pochi mesi il suo tenore di vita era notevolmente cambiato: aveva espanso la propria azienda e acquistato una villa e un suv da 150 mila euro. Una disponibilità economica — frutto di una vincita da 5 milioni di euro al Gratta e Vinci — che non è passata inosservata in paese e che ha attirato l’attenzione anche di alcuni malintenzionati. E così una sera, rientrando a casa, il fortunato milionario si imbatte in quattro banditi. Uno dei rapinatori gli punta la pistola alla testa, lo schiaffeggia e si fa consegnare i 23 mila euro che ha in tasca. Poi i malviventi setacciano la casa e si impossessano di preziosi e gioielli per 14 mila
● Una sera, rientrando a casa, il fortunato milionario si imbatte in quattro banditi
● Gli puntano la pistola alla testa, setacciano la casa e si impossessano di preziosi, gioielli e lingotti d’oro euro e infine trovano 8 chili di lingotti d’oro del valore di 530 mila euro. Dopo aver rinchiuso l’imprenditore e la compagna nel bagno, si danno alla fuga. Per poi finire in breve tempo nella rete dei carabinieri.
Per quella rapina, il pubblico ministero Marco Sanini ha proposto la condanna per tre imputati (difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Fiore, Rosalba Cannone e Benedetta Perego): quattro anni e quattro mesi sono stati chiesti per i due uomini che compirono la rapina, tre anni e sei mesi per la donna che in quell’occasione aveva fatto da «palo» (e che nel frattempo ha risarcito la vittima con 5 mila euro). Un quarto malvivente ha scelto il patteggiamento e definirà la sua posizione a marzo. La rapina risale alla primavera del 2022. I carabinieri arrestarono subito uno dei componenti della banda. Per un po’ gli altri (un uomo e una donna romeni di 38 e 39 anni e un moldavo di 34, residente nel Padovano) pensarono di averla fatta franca, ma qualche mese più tardi finirono a loro volta in manette. Per l’imprenditore — assistito dall’avvocato Andrea Fenoglio — resta l’amarezza per il bottino, che non è mai stato recuperato. La sentenza è prevista il prossimo 4 marzo.