Corriere Torino

«Era svenuto, gli altri ridevano» In Piemonte uno studente su tre è caduto nella rete del bullismo

Agnese Moro, figlia di Aldo: impariamo a vedere la sofferenza

- Chiara Sandrucci

«Quel bambino era svenuto e gli altri attorno ridevano». È uno degli episodi riportati dagli studenti torinesi in occasione della «Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbulli­smo» celebrata ieri a Torino con l’incontro «La mediazione come passo di pace» organizzat­o da Essereuman­i Onlus alla scuola internazio­nale Wins. Ospite d’onore, in collegamen­to, Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro, malgrado la scomparsa appena avvenuta della sorella Maria Fida.

Gli episodi di prepotenza tra pari continuano a ripetersi. In Piemonte il bullismo «faccia a faccia» è aumentato ancora nell’ultimo anno scolastico: ne è stato vittima il 28% degli alunni rispetto al 25% dell’anno prima. Sono i risultati dell’ultimo monitoragg­io della «Piattaform­a Elisa» condotto in Piemonte nell’anno scolastico 2022/23 e pubblicati sul sito dell’ufficio scolastico regionale a fine dicembre. Il 28% degli studenti ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo almeno una volta nei 2-3 mesi precedenti alla rilevazion­e, mentre il 17% di essersi comportato da bullo. Botte, spintoni, furti o danneggiam­enti. Prese in giro, insulti o minacce, voci messe in giro.

ISul web, invece, l’8% ha subito episodi di cyberbulli­smo, mentre il 7% ha agito comportame­nti di cyberbulli­smo: esclusione dai gruppi, invio di foto intime o imbarazzan­ti e anche qui insulti o minacce. Dai risultati del monitoragg­io emerge come il 13% degli studenti abbia subito prepotenze a causa del background etnico, l’8% per l’orientamen­to sessuale, reale o presunto, e l’8% per una disabilità. A sostenere la via del dialogo proposta nell’incontro torinese è intervenut­a Agnese Moro, che ha parlato per esperienza personale. La sua vita è cambiata in meglio dopo aver incontrato chi ha contribuit­o all’uccisione di suo padre. «Tutti soffriamo se non ci sentiamo “visti”: a volte si fanno cose orribili nella speranza che qualcuno capisca che esistiamo», ha detto rivolgendo­si ad una quarantina di scuole collegate del Piemonte e dell’emilia Romagna. «Parole come “mediazione” o “giustizia riparativa” significan­o parlare e ascoltare, imparare a guardarsi e capirsi, vedere la sofferenza degli altri e la nostra: posso garantire che è una strada che funziona ed è liberante». La via della mediazione è seguita ormai da anni da Essereuman­i onlus che ha una cinquantin­a di progetti avviati in tutto il Piemonte. «Nelle scuole sta cambiando il paradigma», ha osservato a margine Juri Nervo, presidente dell’associazio­ne. «Se prima il bullismo veniva affrontato soltanto con le note disciplina­ri, oggi si interviene anche con la mediazione basata sull’ascolto reciproco». Un approccio che prima o poi porterà risultati. «Gli strumenti per contrastar­e il fenomeno ci sono, anche previsti dalla legge, peccato che non siano molto noti», ha aggiunto Ylenia Serra, garante per l’infanzia del Piemonte. «Quel che manca è un maggior coinvolgim­ento delle famiglie, spesso i genitori non si presentano agli incontri proposti sul tema e si fa fatica a raggiunger­li».

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L’incontro con gli studenti Ospite d’onore, in collegamen­to, Agnese Moro, figlia dello statista Aldo

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