La «nuova» difesa
Il Toro ha presentato ieri Masina e Lovato L’ex Udinese: «Juric cercava un jolly: eccomi, sono qui» Matteo: «Non mi sento un giocatore in prestito»
«Più passa il tempo e più mi rendo conto che gli uomini vengono prima dei giocatori». È la riflessione di Davide Vagnati in occasione della presentazione ufficiale di Matteo Lovato e Adam Masina, due dei nuovi acquisti con i quali il Toro ha portato avanti l’operazione di rinnovamento dello spogliatoio che ha caratterizzato il mercato di gennaio. Ceduti i giocatori scontenti o non più sereni, che in alcuni casi hanno «mancato di professionalità» secondo le parole del direttore tecnico; dentro elementi caratterizzati dalla voglia di rilanciare la propria carriera, senza pretese ma con l’obiettivo di strappare una conferma a giugno.
Lovato e Masina sono così e lo si è capito quando si sono presentati nella sala conferenze del «Grande Torino» manifestando pulizia di pensieri e, consequenzialmente, anche di comportamenti. «Conosco già i metodi di Juric, sa valorizzare i difensori come nessuno – dice Lovato, con Ivan a Verona nel 2020-21 –. In allenamento ti prepara mentalmente e fisicamente alle situazioni che potresti affrontare in campo e questo funziona sempre. Spero di lavorare con lui a lungo», è il riferimento alle parole di Juric di lunedì scorso. «Il tecnico dice che senza Europa è pronto ad andarsene? Nello spogliatoio non ne abbiamo parlato, perché non c’era bisogno di dirsi di lavorare più forte. Lo stiamo già facendo».
Sul piano comportamentale il Toro può aspettarsi di aver fatto bingo con Lovato, che dice di aver imparato dagli errori del passato. «Al mio arrivo all’atalanta pensavo di poter avere tutto e subito – dice Matteo, che fu pagato 11 milioni circa dal club bergamasco dopo essere stato valorizzato da Juric –. Ho capito come non comportarmi. Ora essere qui è un onore e non mi sento un giocatore in prestito, sposo questa causa e spero di rimanere per anni». Dal canto suo, Masina ha una storia personale del tutto particolare. Infanzia e adolescenza non sono state facili: nato in Marocco e cresciuto a Bologna e dintorni in affido a famiglie del posto, ha saputo superare i disagi dovuti alle incertezze familiari grazie a una sensibilità e a una intelligenza
«Più passa il tempo e più mi rendo conto che gli uomini vengono prima dei giocatori»
non indifferenti. «All’esame di maturità mi presentai con una tesina su Platone e Schopenhauer – racconta -, mi è rimasto impresso un concetto: la pulizia dell’anima deve riflettersi nel corpo». Masina spiega: «Juric mi ha detto che cercava un jolly in grado di poter fare il terzo di difesa e l’esterno: eccomi, sono qui». Lovato chiude: «Posso giocare in tutti i ruoli della retroguardia, ma mi trovo meglio al centro». Ora si pensa al campo, il Sassuolo è dietro l’angolo.