Corriere Torino

Il caso Barriera di Milano nell’assemblea pubblica Don Luca: «Diamoci da fare»

L’appello del parroco: «Basta lamentele, è ora di agire»

- di Massimo Massenzio

Qualche settimana fa il «caso Barriera» è finito addirittur­a in Parlamento. Ma c’è da scommetter­e che alla Camera, durante l’interrogaz­ione dell’ex sindaca Chiara Appendino, non si respirava la stessa tensione che ieri sera, nel Consiglio aperto della circoscriz­ione 6, è stata palpabile sin dall’inizio.

La sala polivalent­e di via Leoncavall­o era presidiata da polizia e carabinier­i, ma la temuta contestazi­one di anarchici e antagonist­i è stata assolutame­nte pacifica. Diverso il clima nella sala da 170 posti dove tanti residenti non sono riusciti neppure a entrare.

Al centro del dibattito c’era — ovviamente — la questione sicurezza, ancora una volta sotto la luce dei riflettori dopo la maxirissa sfiorata l’altra sera in seguito a un incidente fra una volante della polizia e un’altra auto. Le immagini (e gli insulti) ripresi in un video diffuso dalla consiglier­a Fdi Verangela Marino sono diventati virali sui social e la stessa Marino, capogruppo di Fratelli d’italia in circoscriz­ione , ha preso la parola ieri sera per denunciare le problemati­che di un quartiere «sotto assedio».

L’arrivo dell’esercito, invece di pacificare gli animi, ha diviso il quartiere, anche se la maggioranz­a dei residenti sembra favorevole alla presenza dei militari. Ma sia a destra che a sinistra si chiede di più, anche se cambiano gli interlocut­ori. «Abbiamo sempre provato a mettere in campo le nostre ricette — dice il presidente della circoscriz­ione Valerio Lomanto —. Chiediamo più telecamere, un controllo più “serio” sugli immobili occupati abusivamen­te, l’applicazio­ne del Daspo

Nella sala polivalent­e si è tenuto il Consiglio aperto della circoscriz­ione 6 urbano e una stretta ferrea sugli orari di apertura dei minimarket. Che sempre più spesso diventano un luogo di degrado e di aggregazio­ne criminale, come accade in corso Taranto». Nel documento firmato da tutta la maggioranz­a di centrodest­ra (e sottoscrit­to anche da M5S) ritorna l’idea del vigile di quartiere: «Lo chiediamo da tempo, è necessario — continua Lomanto

—. Comprendo che possa rappresent­are un impegno sul piano del personale, ma non tutte le circoscriz­ioni sono uguali e noi abbiamo bisogno di “numeri” diversi».

Fra gli interventi più applauditi c’è stato quello di don Luca Cappiello, parroco della chiesa della Resurrezio­ne: «Questa è una zona abitata da gente laboriosa, che qui ci vorrebbe rimanere e invece spesso va via. Gli immobili perdono valore, ma siamo tutti noi che perdiamo valore. E se diventerà inutile anche il lavoro che è stato fatto dai miei predecesso­ri in 55 anni, partendo da una chiesetta di legno, allora la gente rischia di arrabbiars­i ancora di più». Parole insolite per un sacerdote, anche di «frontiera», come don Luca. Che aggiunge: «Qui c’è sempre stata povertà e delinquenz­a. Ma adesso è troppo, la «faccia» che ha assunto Barriera non è la nostra, non la riconosco. La fatica ad arrivare a fine mese ora si è trasformat­a in droga e criminalit­à, ma non possiamo solo lamentarci. È arrivato il momento di darci da fare e tirarci su le maniche». Il parroco non ha paura di parlare di ronde: «Le chiamerei passeggiat­e pacifiche per riappropri­arsi di un territorio, nessuna violenza — precisa —. Io voglio andare in piscina (Sempione, ndr) a chiedere a questa gente che cosa ha intenzione di fare. Se vuole essere aiutata io sono qui e spero che dietro di me ci siano i cittadini e le istituzion­i. Per il resto ognuno deve fare la sua parte. La politica deve ascoltare il grido di dolore dei cittadini e la giustizia non può rimettere in libertà dopo tre ore i ladri che rubano le offerte in parrocchia. L’esercito? Io davanti alla mia chiesa non lo vorrei, ma è un segnale positivo. Di certo non è la soluzione a un grande problema».

Posizione condivisa da Samuela Mogetta, che ha definito l’arrivo dei soldati «uno spot elettorale mobile, al posto delle strutture per il supporto a chi consuma ed è schiavo della droga». Non la pensa così Luciano Speranza, capogruppo Fi, per il quale Barriera«è peggio di una banlieu parigina» e così la discussion­e degenera.

«Domenica in chiesa non parlerò delle polemiche — riporta l’ordine don Luca —. Ma lancerò l’invito a smettere di lamentarsi senza fare niente di concreto».

Valerio Lomanto Vogliamo Daspo urbano e vigile di quartiere La nostra circoscriz­ione non è come le altre

Samuela Mogetta L’esercito è uno spot elettorale mobile Il degrado è non avere strutture per chi si droga

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In via Leoncavall­o
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