Irreperibile in pieno Covid, condannato il medico del Ferrante Aporti
Quattro mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena: è la condanna che il Tribunale di Torino ha inflitto al medico di 70 anni che durante il Covid avrebbe dovuto occuparsi della sorveglianza sanitaria del carcere minorile Ferrante Aporti e invece si è reso irreperibile. La vicenda risale all’ottobre 2020: in quel periodo di emergenza nessuno di coloro che lavorava all’istituto penitenziario lo avrebbe mai visto e i tentativi di contattarlo telefonicamente o via mail sarebbero sempre andati a vuoto. A sollevare il problema e a segnalare il caso alla Procura era stata proprio la polizia penitenziaria. «Per due settimane hanno provato a chiamarlo, ma il medico non ha mai risposto», ha raccontato un ispettore. Che ha anche ricordato che il motivo per cui lo cercavano con insistenza era perché un collega si era ammalato: «Non sapevamo se fosse Covid, perché non aveva ancora fatto il tampone». Dagli atti dell’inchiesta, coordinata dal pm Elisa Buffa, sarebbe emerso che il medico fosse «assente ingiustificato». Una versione che l’avvocato difensore del professionista, Francesco Pesavento, ha provato a ribaltare. In aula il legale ha fatto presente che il dottore a settembre si era sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma che a causa di alcuni disguidi burocratici il periodo di malattia non sarebbe stato registrato adeguatamente: «Non ha mai avuto l’intenzione di mancare ai propri adempimenti». Una tesi che non ha convinto il Tribunale, che ha emesso un verdetto di condanna.