Palazzo Reale e altre dimore. Ecco la città voluta dai Savoia
Non c’è città che sia così fortemente identificata con una sola Dinastia, mi riferisco ai Savoia che dal 1000 ne hanno disegnato la forma urbana. A volte mi chiedo cosa ne sarebbe stato della Taurasia poi Augusta Taurinorum senza i vari avi di Vittorio Emanuele: la reggente di Carlo I di Savoia Bianca nel 1491, Emanuele Filberto nel 1563, Carlo Emanuele I e poi Vittorio Amedeo I che delinearono la città nuova.
Da Castrum romano ridisegnarono, oggi si direbbe rigenerarono, un villaggio più volte assediato in epoca medievale, in una città moderna con servizi a carattere civile e militare.
Carlo Emanuele II sente la necessità di una cornice, la « corona di delitie», un anello di splendide Dimore per lo più destinate all’arte venatoria. E così Venaria Reale, Stupinigi e molte altre. E nel 1714 con Vittorio Amedeo II, che nel diventare anche Re di Sicilia, incontra Juvarra e lo porta a Torino, nominandolo architetto Regio e chiedendogli di creare la grandeur di Capitale del «regno» sabaudo. La città viene ridisegnata secondo una schema moderno di servizi, infrastrutture urbane di collegamento tra esterno ed interno.
Palazzo Reale secondo i piani già prefigurati da Castellamonte, diventa il centro propulsore e di comando politico e militare. Sorgono in un compendio unico, gli edifici «ministeriali» e vengono delineati anche con una diversa cifra stilistica: i palazzi del Comando i Quartieri Militari San Celso e San Daniele, con facciate austere,altamente scenografiche, quelle degli edifici residenziali come ad esempio Palazzo Madama. In sfida alle altre dinastie europee e non chiusi in un ambito provinciale,anche nella scelta dei progettisti, ad iniziare dal fiorentino Meo del Caprino incaricato dalla Reggente Bianca a disegnare il Duomo, al già citato Filippo Juvarra di origine messinese, al padre teatrino modenese,guarino Guarini, cui si devono i monumenti forse più noti e visitati di Torino, la Cappella della Sindone e Palazzo Carignano.
Occorre anche ricordare che il Sacro Lino fu posseduto dai Savoia sin dalla fine del 1400 e fu successivamente trasportato da Chambery a Torino nel 1578 con l’autorizzazione ottenuta del Papa Giulio II nel 1506 del culto pubblico. Innumerevoli gli edifici religiosi costruiti dai Savoia, pressoché tutte le chiese di Torino, oltre le opere sociali e pie, basti ricordare l’ospedale Mauriziano ora regionale.
Non meno significative le trasformazioni urbanistiche dopo l’occupazione francese, con la creazioni dei grandi viali e una nuova espansione a metà del 1800 senza dimenticare lo Statuto Albertino del 1848.
Qui occorre ricordare che i tre luoghi del funerale di Vittorio Emanuele sono connotativi della Dinastia: Superga fu voluta dal già citato Vittorio Amedeo II per un voto a Maria, in caso di vittoria sui francesi e quindi posizionata in un alto colle, sulla direttrice della via di Francia, in segno di dominio, da allora nella cripta riposano salme dei Savoia, oltre ai già ricordati Duomo e Reggia di Venaria , luoghi di «famiglia» e della città che ne gode da anni indiscutibilmente la loro bellezza.