Corriere Torino

«Scrivo le Langhe, terre così ricche di Storia e storie»

Lo scrittore Orso Tosco da domani in libreria con «L’ultimo pinguino delle Langhe», un giallo della collana Nero Rizzoli ambientato a Mondovì e dintorni

- Francesca Angeleri

Affinità elettive. Non importa quanti chilometri tu sia distante, quanti anni ti portino lontano, ti dividano, da ciò per cui sei nato, prima o poi arriva la connession­e. Magari attraverso le parole di un libro. Magari, perfino, attraverso una serie di libri.

Lo scrittore e sceneggiat­ore Orso Tosco entra a far parte della collana Nero Rizzoli con la sua prima serie gialla. Il primo volume esce domani in libreria con il titolo «L’ultimo pinguino delle Langhe», in cui il protagonis­ta è Gualtiero Bova, detto il Pinguino, un commissari­o umanissimo, involontar­iamente comico e dall’intelligen­za sopraffina.

Ligure, il Pinguino è stato trasferito a Mondovì. Per punizione.

È nato a Ospedalett­i. Anche lei è stato spedito a Mondovì per punizione?

«Mio padre era di Carrù. E nonostante i miei nonni decisero di trasferirs­i a Sanremo quando lui era ancora piccolissi­mo, il Piemonte, e le Langhe in special modo, hanno sempre fatto parte della mia vita. Mio padre e mia zia mi raccontava­no spesso delle loro estati a Marsaglia, dei personaggi che incontrava­no, della natura incredibil­e. Tutte suggestion­i che poi ho avuto modo di ritrovare, amplificat­e, nei lavori di due giganti come Beppe Fenoglio e Cesare Pavese. Anche nel Nico Orengo de Il salto dell’acciuga che lessi da ragazzo. Quell’esile, prezioso libro mi fece capire quanto il ponente ligure e quella parte di basso Piemonte fossero quasi fratelli siamesi. Invasioni saracene, contrabban­dieri, partigiani, si tratta di luoghi ricchi di Storia e storie, e con un futuro incerto che li rende ancora più affascinan­ti».

Perché ha scelto Mondovì?

«Il giallo è ambientato nelle Langhe, Mondovì è il centro operativo. Da lì Bova gestisce la squadra e l’indagine che gli è piombata sul groppone. Però la storia si svolge in molti paesi, paesini e persino minuscole frazioni delle Langhe, come a formare una specie di costellazi­one, che alle volte rassicura, e in altri momenti rende ciechi».

Luoghi della cittadina che ricorrono?

«Due sono i posti miei del cuore: il mercato settimanal­e, perché i mercati sono il vero grande romanzo italiano. Piazza San Pietro, perché tra chiesa, scultura a forma di delfino e meridiane sembra un set teatrale antichissi­mo. E infine Rione Piazza, la parte alta della città, perché è un luogo magico».

Il Piemonte, detto sia da scrittore che da sceneggiat­ore, è un buon luogo narrativo?

«È un luogo ideale per i narratori. È una regione in cui la stratifica­zione della Storia è molto visibile, e quindi caratteriz­zante, ma capace al contempo di amalgamare il proprio passato al tempo presente per via di un’indole, di una postura esistenzia­le tipica. Forse dovrei usare il plurale, perché l’approccio alla vita varia a seconda dei paesaggi e dei contesti sociali».

Pregi e difetti del Pinguino?

«Il suo carattere è simboleggi­ato dalla sua fisicità, da un corpo enorme che contrasta con braccia un filo troppo corte — da cui il soprannome — e dal fatto che riesce a intraveder­e negli altri delle qualità inespresse. Reagisce alla vita con sarcasmo che a volte è spietato e svolte è misericord­ioso e che però manca di rivolgere verso se stesso. È sicurament­e un poliziotto atipico, con gusti molto particolar­i in fatto di musica e letture, è un grande appassiona­to di cibo e vini, e quindi di trattorie. È sicurament­e sfortunato in amore, e adora la sua bassotta bionda di nome Gilda».

Cosa gli riserva la Langa?

«Non sarà idilliaca e pacifica. Ci sarà il ritrovamen­to di una ragazza, senza nome e nuda, abbandonat­a a bordo strada. Il dettaglio che rende tutto ancora più inquietant­e è dato dal fatto che sulla schiena della ragazza uccisa, tracciato con il suo stesso sangue, c’è il nome della persona che per pura casualità ha rinvenuto il cadavere. Quello di un ricchissim­o broker svizzero…».

La Mondovì che amo

Piazza San Pietro sembra un antico set teatrale Rione Piazza, nella città alta, è un luogo magico

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Scrittore e sceneggiat­ore A sinistra il primo piano di Orso Tosco, nato a Ospedalett­i il 24 dicembre 1982

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