Corriere Torino

Prima Peru Magunella e Gin Fiamaa poi il funerale con cappello a cilindro

- ( f.ru.)

Non soltanto coriandoli e maschere. Il carnevale a Borgosesia, in Valsesia, è considerat­o una cosa seria.

Mesi e mesi di preparazio­ne con il comitato organizzat­ore che non dimentica nessuno, nemmeno i suoi membri del passato. Li saluta ogni anno anche andando a rendere omaggio alle loro sepolture, guidati dai due protagonis­ti: le maschere del Peru Magunella e la Gin Fiamaa, regina e re per tre giorni della città.

Festeggiam­enti che per giorni tengono banco – con la grande «busecca» in piazza – e che si concludono, come da tradizione, con il Mercu Scurot, il funerale del carnevale, e della sua figura principale, il mercoledì delle ceneri. Un rito che non è mai triste, e che scandisce il ritmo dell’anno: il funerale, seguito da un lungo corteo di figure che seguono un rigoroso dress code (cappello a cilindro, mantello nero con fiocco bianco) a sancire una cesura rispetto a questo periodo di gioia ed allegria, celebrato con una grande bevuta collettiva. Un addio al tempo festivo che richiama giovani e meno giovani provenient­i da ogni provincia del Piemonte e li conduce ad accogliere i quaranta giorni della quaresima. Un passaggio da uno stato all’altro, introdotto a metà ottocento dal direttore della manifattur­a lane, tedesco di origine, che inserì queste bizzarre esequie come momento di congedo.

Da quasi 170 anni il Mercu Scurot è diventato parte integrante del carnevale. Anzi, la sua parte più caratteriz­zante e intima, un momento di cui solo chi conosce davvero questa festa può godere dando vita davvero ad un addio al Carve’ diverso e unico.

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