Corriere Torino

La fagiolata e il rogo del «Babaciu» per chiudere un mese di festeggiam­enti

- ( f.ru.)

Entra nell’ultima settimana di festeggiam­enti anche il Carnevale di Santhià, che vive di vita propria ormai dall’inizio di gennaio, dal 6.

Tre sfilate allegorich­e e una Colossale Fagiolata per una festa – quella della provincia di Vercelli – che è certamente tra le più antiche del territorio perché affonda le sue radici all’inizio del Trecento e che da sempre ha la capacità di creare uno spettacolo che coinvolge l’intera comunità. Santhià attende per mesi l’inizio del suo carnevale e si raduna per la tutto l’anno questa festa. Protagonis­ti 2mila figuranti che sfilano per le vie cittadine la domenica, il lunedì sera durante la sfilata notturna e il martedì, oltre 50 carri allegorici, migliaia di maschere, ma soprattutt­o 150 caldaie di rame issate sui trespoli per la «Colossale Fagiuolata», l’evento clou durante il quale vengono consumati 20 quintali di fagioli, 10 quintali di salami con la distribuzi­one, da parte di 320 camerieri, di 20mila razioni distribuit­e ai cittadini che arrivano in piazza con pentole e contenitor­i. I personaggi del Carnevale santhiates­e sono Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, una coppia di giovani contadini che – secondo la leggenda – giunsero in città in viaggio di nozze e ricevetter­o dal signorotto locale le chiavi della città per governare e amministra­re Santhià per tre giorni. Tra le note della Monferrina suonata dai pifferi e le musiche della banda cittadina la cittadina, tra i fuochi d’artificio e la statua del Gianduia che veglia sulla piazza del Municipio, la città vive i suoi tre giorni di festa che si concludono domani, con l’addio al carnevale dato bruciando il «Babaciu» in piazza.

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