Juve, che scivolone
La festa per Allegri si trasforma in una notte da incubo: un punto in tre partite per i bianconeri «Si deve essere più spensierati»
La Juve non c’è più. Ancora una sconfitta, la seconda consecutiva dopo quella nello scontro diretto con l’inter, che aggiunta al pari con l’empoli si traduce in un solo punto nelle ultime tre partite. Riassunto: addio ai sogni scudetto. Se non è finita, la corsa al titolo, poco ci manca perché i nerazzurri ora sono a +7 sui bianconeri e potenzialmente il divario può diventare di dieci punti visto che la capolista ha una partita da recuperare. Soltanto la squadra di Inzaghi, insomma, può riaprire le danze. Si chiude così tra i fischi dello Stadium, ormai disilluso dopo aver assaporato per diverse settimana la possibilità di puntare alla grande impresa. Si ritorna sulla terra e ora c’è da guardarsi anche alle spalle perché il Milan è ad un solo punto di distanza.
L’unica buona notizia è che il margine sulla quinta in classifica è di 14 punti e sembra un cuscinetto di sicurezza sufficiente per tenere in ghiaccio la qualificazione alla prossima Champions League. A patto però di ritrovare la vera Juve, che non era certo quella di ieri sera, bloccata mentalmente, senza idee, senza ritmo, senza gol per la seconda partita consecutiva, mai successo in stagione, incapace di risalire la corrente dopo la rete di Giannetti. Non c’era Vlahovic e l’assenza ha pesato oltre modo. Perché Milik ha fallito da due passi il pari, prima di venire murato da Okoye sulla chance successiva, perché Chiesa non è al top, dopo un inizio d’anno vissuto più in infermeria che in campo, perché Yildiz non ha trovato il jolly risolvi problemi.
Così la notte della festa per Massimiliano Allegri, premiato nel prepartita per le 405 panchine in bianconero (raggiunto Marcello Lippi), diventa da incubo: «Durante l’annata ci sono questi momenti, dobbiamo rimanere sereni: siamo secondi in classifica, abbiamo un obiettivo importante da conquistare e dobbiamo fare ancora molti punti per raggiungerlo. Ora bisogna resettare e tornare a fare punti già da sabato a Verona».
Il tecnico bianconero prova a rilanciare: «Sono molto dispiaciuto perché è un momento un po’ particolare: abbiamo fatto un punto in tre partite e nessuno se lo sarebbe aspettato ma bisogna accettarlo; si vede che sono i punti che ci siamo meritati o magari prima ne abbiamo fatti di più di quanti erano nelle previsioni. È un altro passaggio di crescita che serve alla squadra, costruita con giocatori con poca esperienza per vincere il campionato, ma da queste sconfitte bisogna uscire rafforzati. Essere nervosi non serve; serve lavorare, stare in silenzio ed essere più propositivi e spensierati. I ragazzi stanno facendo comunque un campionato straordinario, bisogna reagire. L’ambizione di stare dietro all’inter era uno stimolo importante ma loro stanno facendo una stagione straordinaria e sono una squadra costruita negli anni. Per noi la Champions è un obiettivo primario».