Corriere Torino

Quella bozza dimenticat­a del nuovo codice

- Di Paolo Coccorese

Dopo la protesta del Me Too, il rettore dell’università ha annunciato: «Ho contattato la ministra dell’università Bernini per programmar­e un’assemblea di tutti gli atenei. È tempo di interrogar­si su come intervenir­e sul fenomeno delle molestie e delle discrimina­zioni», ha spiegato lunedì il professore Stefano Geuna. Il prossimo 20 marzo, data scelta dal governo per celebrare la prima Giornata delle università, è annunciata l’apertura a Torino del cantiere per modificare le norme che regolano la vita degli atenei. «Una delle proposte che farò al tavolo contro le violenze di genere — ha detto il rettore Genuna — è quella di spingere verso una revisione dei codici. Dobbiamo aggiornare il Testo unico del 1933». È chiaro, il contrasto al fenomeno delle molestie passa anche dall’ammodernam­ento delle regole. Una cosa che sanno bene all’interno dell’ateneo di via Po, dove però da oltre quattro anni si attende la riforma del codice di condotta interno. «È assolutame­nte necessaria e spero sia approvato prima possibile», aveva chiesto nel suo ultimo discorso pubblico l’avvocata penalista Elena Bigotti. Fino a dicembre, per due mandati consecutiv­i, ha ricoperto la carica di consiglier­a di fiducia di Unito. La riforma del codice di condotta arriva quindi dalla figura che fino ai ieri era chiamata ad intervenir­e per prima in caso di segnalazio­ni di discrimina­zioni, molestie e mobbing all’interno dell’ateneo. Scavando si scopre che una bozza del nuovo codice di comportame­nto giace da tempo in un cassetto. A scriverlo è stato il Cug, il Comitato Unico di Garanzia, precedente a quello in carica oggi. «La bozza — svela Chiara Ghisleri, l’ex presidente del Cug — prevede un adeguament­o agli standard europei in tema di codici, con la definizion­e di una procedura per la chiusura dei casi segnalati e gestiti in prima battuta dalla Consiglier­a». Insomma, alcune delle migliorie di cui si è segnalata la mancanza proprio in questi giorni.

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