Il governo: al tavolo Stellantis la questione Mirafiori
Cirio vede Urso: a marzo confronto con il Comune e le parti sociali per delineare la strategia
Il nodo Mirafiori è stato al centro ieri dell'incontro a Roma tra il presidente del Piemonte Alberto Cirio e il ministro delle Imprese Adolfo Urso. I due hanno condiviso la necessità di dedicare al futuro degli stabilimenti torinesi un incontro specifico del cosiddetto «tavolo nazionale Stellantis», che sarà il primo di una serie di confronti che coinvolgeranno le regioni in cui sono presenti fabbriche dell'azienda automobilistica.
Si comincerà dal Piemonte, dove l'automotive italiano ha mosso i primi passi. «Abbiamo condiviso con il ministro e con il governo l'esigenza di affrontare il nodo del futuro degli stabilimenti torinesi e in particolare di Mirafiori, che è strategico non solo per Torino ma per l'intero comparto automotive in Italia. Per questo a marzo il Piemonte sarà la prima regione convocata al tavolo nazionale su Stellantis che ora il ministro intende declinare in momenti specifici con le Regioni. Nelle prossime settimane — fa sapere Cirio —, in vista di questo appuntamento, convocherò gli enti locali, a partire dalla Città, le associazioni di categoria e i sindacati per un confronto sul tema Stellantis e per arrivare al tavolo romano con una posizione unitaria del territorio che chiede a gran voce di essere strategico all'interno delle politiche dell'azienda».
Ancora una volta il numero uno della Regione rilancia la necessità che l'azienda proceda «all'individuazione di un nuovo modello per gli stabilimenti torinesi, con l'obiettivo di salvaguardare un polo produttivo fondamentale e un'intera filiera che ha già dimostrato di poter affrontare con determinazione le sfide della transizione energetica ma che deve continuare a essere centrale nelle dinamiche produttive del gruppo Stellantis».
Il tema del futuro di Mirafiori sarà al centro anche dell'assemblea dei delegati della Fim-cisl, in programma domani sotto la Mole. «In questa fase di grande incertezza per lo stabilimento torinese — affermato i segretari di Fim e Cisl Torino, Rocco Cutrì e Domenico Lo Bianco — abbiamo deciso di riunire la nostra base per sondare non solo gli umori all'interno della fabbrica di Mirafiori, ma anche per parlare di prospettive e di proposte da mettere in campo in vista della cabina di regia che dovrebbe riunirsi a breve in Comune, con il sindaco Lo Russo». L'obiettivo dei sindacati resta quello di ottenere dall'azienda garanzie affinché la produzione italiana arrivi a 1 milione di autoveicoli. «Questo significa che non è accettabile — rimarca il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano — alcuna chiusura o ridimensionamento di stabilimenti italiani, ma che anzi bisogna portare nuovi modelli negli stabilimenti a partire da Mirafiori».