«Polo d’intelligenza artificiale nel miglio dell’innovazione Caso molestie? Scelte ad hoc»
Corgnati, rettore in pectore, spiega le strategie dell’ateneo
«Stiamo costruendo un percorso unico, che ho seguito dal primo momento come delegato del rettore Guido Saracco. Il Politecnico è nel comitato promotore per rispondere all’esigenza oggettiva di avere spazi non compressi per la ricerca. Nella mia campagna elettorale, mi sono soffermato sulla centralità del campus e sull’espansione dell’area dedicata ai laboratori e al trasferimento tecnologico, perché credo in una Torino “città dell’innovazione”». La conquista del Rettorato da parte del professore Stefano Corgnati spiana la strada per la partecipazione del Politecnico alla scommessa del comitato dell’innovation Mile. Ma è sbagliato credere che l’ateneo sarà il costruttore.
Quanti soldi il Poli pensa di investire e dove lì troverà?
«Non sarà un progetto “solo” nostro, ma è da ritenere importante per tutta l’italia. E quando è così, i soldi si possono sempre trovare».
La trasformazione delle due aree sulla Spina avrà questa ambizione?
«I ricercatori potranno trovare quello spazio per far atterrare i progetti di ricerca che adesso non c’è al campus. Per future collaborazioni con le altre università internazionali. Vogliamo essere partner che non acquistano solo dei servizi, ma offrono infrastrutture per condurre programma di ricerca comuni».
Convincono le vocazioni scelte: transizione ecologica e digitale, decarbonizzazione...
«Sì, il mantra del mio mandato di rettore sarà creare innovazione per una società sostenibile e decarbonizzata».
Cosa volete portare lungo la Spina?
«La ricerca sull’idrogeno e e del biofuel, in primis. Abbiamo la necessità di costruire nuovi spazi. Nel comitato, vogliamo dare degli input per far progettare locali già predisposti ad accogliere le infrastrutture. Noi non costruiamo, ma definiamo il quadro esigenziale da considerare per farlo».
Nel «miglio dell’innovazione» ci sarà spazio per l’intelligenza artificiale?
«I due grandi temi digitale, e quindi Intelligenza artificiale, e green inizieranno a “toccarsi” in queste aree».
E il discusso centro nazionale dell’ai?
«Non ho ancora analizzato quel dossier. Ma mi aspetto che, se partiamo in questo modo, il centro, in coerenza, possa esserci dalla fase di startup. Per le vocazione del progetto, lo vedrei qui»
È agli sgoccioli il passaggio di consegne con Saracco?
«Abbiamo un mesetto ancora davanti. Ci sono tante questioni aperte, rispetto agli organi di governo e le attività di sviluppo. La prima cosa che mi sono occupato è il piano edilizio. Ringrazio per la disponibilità il rettore Saracco».
Altro tema: bisogna ancora lavorare per far emergere il fenomeno delle molestie, dopo i casi all’università?
«Possiamo contare su un settore specifico che lavora per aumentare l’attenzione sul tema. Monitoraggio e ascolto devono essere i capisaldi del nostro sistema».
Anche se non avete avuto casi, come migliorarlo?
«Partiamo dal bel lavoro fatto. La fase successiva è istituzionalizzarlo per aumentare la visibilità. Penso di creare una direzione ad hoc. Perché la forma è sostanza».