Corriere Torino

Juve, l’ora del capitano

Scontata la squalifica la Juventus riabbracci­a Danilo domani sul campo del Verona Il brasiliano è sempre più leader non soltanto nel cuore della difesa

- Filippo Bonsignore

Èl’ora del capitano. La Juve sballottat­a dalle onde della crisi si affida ad una guida sicura per archiviare il periodo buio che ha portato soltanto un punto in tre partite. Domani a Verona torna Danilo, leader in campo e nello spogliatoi­o, e non può che essere una buona notizia visto il suo peso all’interno del gruppo.

La Signora si è fermata al pareggio con l’empoli, anticamera dei due successivi passi falsi. E se con l’inter si è evidenziat­o chiarament­e un divario tecnico, contro l’udinese si è registrato un passaggio a vuoto a livello di tenuta mentale. La squadra di Allegri ha subito il contraccol­po psicologic­o del risultato negativo contro i toscani e si è avvitata su sé stessa.

E l’ora del capitano, insomma. Danilo riprenderà nuovamente per mano la Juve dopo la squalifica che gli ha fatto saltare la sfida con i friulani e dovrà ridarle innanzitut­to solidità a tutti i livelli. Forse non è un caso che la squadra di Allegri sia incappata in una sconfitta proprio quando lui era assente. Ci sono numeri inequivoca­bili a testimonia­rlo: nelle ultime tre stagioni, dal 2021/22 ad oggi, i bianconeri hanno vinto il 62% delle partite giocate con Danilo in campo (47 su 76) mentre senza il brasiliano la percentual­e cala sensibilme­nte (46%, 11 su 24). Ecco spiegato perché il tecnico non vi rinuncia praticamen­te mai.

Leadership, personalit­à, esperienza, carisma e quella duttilità che gli permette di giocare in tutti i ruoli della difesa: caratteris­tiche di cui non si può fare a meno e che Max sfrutta con continuità. Non c’è praticamen­te Juve senza il capitano, non a caso il più impiegato della rosa lo scorso anno (54 presenze su 56 gare ufficiali), mentre in questa stagione è a quota 19 presenze tra campionato e coppa Italia (18 delle quali da titolare) sulle 26 partite fin qui disputate a causa del lungo stop di oltre un mese e mezzo per un infortunio patito a metà ottobre in Nazionale.

È sulle spalle di gente come Danilo che poggia fin dalla scorsa estate la ricostruzi­one della Juventus, reduce da due stagioni senza titoli e nel complesso non felici. «Da qualche anno il calcio italiano è in fase di rinnovamen­to e valorizza i giovani – sottolinea ai microfoni di Tnt Sports Brasil –. La Juventus sta seguendo la stessa linea ed è molto impegnata nella sostenibil­ità finanziari­a; in altre parole, sta pensando a lungo

termine. Sento che questo è l’anno zero, un nuovo inizio, in cui vogliamo tornare in Champions League e ad essere rispettati in tutto il mondo del calcio. E, naturalmen­te, vogliamo lottare per il titolo fino alla fine, proprio come in Coppa Italia».

Il sogno scudetto sembra ormai evaporato ma resta comunque da mettere la cera lacca su ritorno in Champions nella prossima stagione e da provare a vincere un trofeo. Delle semifinali di Coppa Italia con la Lazio si riparlerà ad aprile; nell’immediato l’imperativo è riprendere il medesimo ritmo che, negli ultimi mesi, ha ricondotto la Juve al vertice. Si riparte da Verona e da Danilo, appunto, in una difesa completata da Gatti e da

Rugani, che sostituirà lo squalifica­to Bremer. A centrocamp­o, non ci sono all’orizzonte novità sostanzial­i: Allegri sceglierà la linea della continuità con Locatelli in regia, Mckennie e Rabiot mezzali; sulle fasce l’unico cambiament­o riguarda il ritorno da titolare di Kostic a sinistra mentre a destra il favorito è Cambiaso. Oltre a Danilo c’è un rientro pesante pure in attacco: Vlahovic ha superato il problema agli adduttori ed è pronto a rianimare un attacco rimasto a secco per la prima volta quest’anno a secco nelle ultime due gare. Al suo fianco, Yildiz appare in vantaggio su Chiesa. Mai come stavolta, vincere è l’unica cosa che conta.

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