La luce ad Aska è ancora accesa Continuano le feste all’esterno e iniziano gli ingressi sorvegliati
Gli attivisti: «Siamo sempre qua e presidieremo lo spazio giorno e notte»
La luce è ancora accesa. A poche ore dall’improvviso «autosgombero» di Askatsuna, il piano terra dell’ex asilo di corso Regina Margherita è illuminato, il cancello sul retro è aperto e ci sono ragazzi che entrano ed escono con casse, tavoli e gazebo. Non si tratta dei traslocatori, ma degli (ex?) occupanti che trasferiscono nell’area pedonale di via Balbo le attrezzature per la festa del venerdì sera. Come da calendario, ieri sera era in programma il consueto appuntamento con il «dopolavoro: musica, buon cibo e chiacchiere». E oggi si replica con il Carnevale di Vanchiglia, per i bambini.
Insomma, l’attività del centro sociale prosegue con una certa regolarità. Adesso è iniziata una fase di transizione, con accessi «monitorati», visto che chiavi e lucchetti sono stati cambiati. «L’inizio di questa nuova fase prevede la presa in carico degli spazi interessati da parte del gruppo di cittadini che con noi condivide questo percorso — spiegano gli autonomi —. Assieme agli abitanti del quartiere continueremo a essere presenti e presidieremo lo spazio giorno e notte affinché possa realizzarsi questo percorso e per permettere l’inizio dei lavori. Nessuno sgombero, nessun abbandono siamo ancora qua».
Parole sibilline, che fanno riferimento a una presenza costante. Anche se nel verbale di riconsegna c’è scritto che l’immobile viene riconsegnato al Comune «libero da persone». Ma non da cose, perché all’interno del centro sociale occupato per 27 anni (e liberato in fretta e furia) sono rimaste moltissime attrezzature che devono ancora trovare una nuova collocazione.
Mercoledì scorso, rispondendo
a una richiesta della questura, il dipartimento di prevenzione dell’asl aveva ribadito (inoltrando per conoscenza a procura e prefettura, ma non al Comune) quanto già segnalato all’amministrazione di Palazzo civico. E cioè l’invito, rivolto al sindaco, «a voler intraprendere tutti i provvedimenti contingibili e urgenti» e «a disporre lo sgombero dell’edificio».
E di certo le condizioni in cui si trova l’ex asilo hanno rappresentato un motivo di «imbarazzo e preoccupazione» sin dall’inizio delle trattative fra il comitato dei cittadini e il Comune. Dalle scale senza corrimano ai «funghi» a Gpl nelle camera da letto, per passare agli impianti elettrici non a norma, alle uscite di sicurezza inesistenti e alla balaustra di protezione delle finestre
delle mansarde trasformata in una griglia metallica «anti-intrusione».
Gli attivisti di Askatasuna non hanno gradito le comunicazioni dell’asl e rilanciano: «Nei margini che crediamo siano parte del percorso intrapreso collettivamente, continueremo a dare gambe al nostro progetto in quartiere e in città».
Un percorso che non convince i sindacati di polizia: «Stiamo a vedere cosa succederà — conferma Eugenio Bravo, del Siulp —. Aspettiamo di incontrare il sindaco per capire chi sarà realmente a gestire quei locali. Se alla fine ci saranno sempre le stesse persone, sarebbe una presa in giro e una legittimazione delle violenze ».
Eugenio Bravo Vediamo cosa succede Se ci saranno sempre le stesse persone sarà una presa in giro