Cartelli anti-baby gang «Derubano i nostri figli»
Gli appelli appesi al Parco Dora. «Speriamo che il messaggio arrivi anche ai loro genitori»
«Gira in zona una baby gang di età compresa tra i 10 ed i 16 anni con lo scopo di fare del male ai loro coetanei, nonché ai figli di tutti noi. Li derubano, li picchiano e li minacciano. Chiunque li vedesse è pregato di contattare immediatamente le forze dell’ordine. Questa situazione deve finire».
I cartelli contro le baby gang sono l’ultima novità che arriva dalla zona del Parco Dora. Negli anni, nell’area di via Livorno, sono apparsi appelli cartacei per chiedere di non abbandonare i rifiuti o di pulire le deiezioni canine. Ma mai l’invito a guardarsi le spalle dalle bande di ragazzini, come quelli avvistati negli ultimi giorni. Segno dei tempi, ma anche di un problema reale. «Giovedì, un gruppetto di giovani, italiani e stranieri, ha provato a derubarmi davanti al supermercato Gigante. Ero appena uscito dalla scuola guida quando mi hanno avvicinato con una scusa. Appena, ho capito cosa stesse per succedermi, ho reagito spintonandoli e fuggendo. Ma non è un comportamento scontato per tutti».
Alessandro, 20 anni, studente di Scienze Motorie che abita in Borgo Vittoria, ha rischiato di essere l’ultima vittima di un fenomeno diffuso in tutti i punti della città ad altra frequentazione giovanile. Come piazza Vittorio, le strade dello shopping del centro e il quadrilatero dei locali di San Salvario. Anche il parco dell’ex Ferriere Fiat è finito all’attenzione delle forze dell’ordine. Tre settimane fa, gli agenti di polizia hanno fermato una «banda fluida», come oggi i sociologi definiscono queste aggregazioni di ragazzi dedite alle scorribande, di cinque minorenni. Si aggiravano nei pressi della stazione di Porta Nuova, ma sono stati riconosciuti come gli autori di una serie di malefatte, proprio sotto la tettoia dello Strippaggio dello scenografico Parco Dora. Non si sa chi ha appeso i cartelli contro le baby gang. Il sospetto è che l’autore sia il genitore di un ragazzino finito nelle loro grinfie. Il messaggio di alert, infatti, è accompagnato da una riflessione: «Speriamo che questo messaggio arrivi anche alle famiglie di questi maledetti delinquenti».