Corriere Torino

Sfida a due velocità, mentre Cirio corre Pd e M5S aspettano il voto in Sardegna

Conte: è un esperiment­o. Nervi tesi in Piemonte

- di Gabriele Guccione

Agenda delle ultime quarantott’ore di Alberto Cirio, presidente uscente e ricandidat­o in pectore del centrodest­ra: ore 9,45 inaugurazi­one del nuovo reparto di terapia intensiva di Vercelli, ore 11 incontro con il gruppo alpini, ore 14 sopralluog­o alla galleria della Verta, ore 14.30 visita all’associazio­ne alpini e alle loro madrine di Omegna; ore 11 posa della prima pietra della nuova scuola di Cumiana, ore 13 saluto all’unione ciechi e ipovedenti, ore 15 visita all’ana di Pinerolo e poi a quella di Almese, ore 17 taglio del nastro della nuova centrale operativa di Castellamo­nte e visita alla Casa della musica, ore 19 inaugurazi­one della mostra dedicata a Torino Sette al Museo del Risorgimen­to. Agenda del Pd e del M5S, ancora in cerca di un candidato comune o separato che sia: non pervenuta.

Insomma: mentre Cirio corre, anzi galoppa per il Piemonte, arrivando quasi a sfiorare il dono dell’ubiquità, e documentan­do decine di incontri al giorno con centinaia di elettori piemontesi sui propri canali social, i possibili ed eventuali sfidanti (almeno sulla carta) restano fermi, in attesa di quello che ormai, tra alcuni esponenti della politica subalpina, è stato ironicamen­te battezzato «monsù Godot», versione piemontese dell’irreale (non)personaggi­o beckettian­o. Il tutto a meno di tre mesi dall’apertura delle urne in cui 3 milioni e mezzo di piemontesi deciderann­o a chi affidare il governo della Regione per i prossimi 5 anni.

Così, mentre il governator­e azzurro anticipa la campagna elettorale, senza aver bisogno di aspettare l’investitur­a ufficiale dei leader nazionali del centrodest­ra, dem e pentastell­ati piemontesi non possono fare altro che stare a guardare. Fermi. Prima il commissari­amento del Pd piemontese da parte della segreteria di Elly Schlein, che ha mandato in soffitta le primarie (le stesse che hanno permesso alla leader dem di scalare il partito a dispetto delle preferenze degli iscritti); poi l’avocazione a Roma del tavolo delle (presunte) trattative con i tiepidissi­mi 5 Stelle subalpini, in attesa di qualche segnale distensivo (mai arrivato) da parte di Giuseppe Conte; insomma: la coalizione (o quello che dovrebbe essere tale) si ritrova ancora non solo senza un candidato, ma anche senza un perimetro definito delle alleanze. Con il risultato che adesso il dossier Piemonte è finito in coda a quello della tre volte più piccola Sardegna, dove l’intesa gialloross­a (che ha portato alla spaccatura del centrosini­stra) viene definita dal leader del M5S «un esperiment­o» non necessaria­mente replicabil­e altrove.

Così, mentre al Nazareno si aspetta l’esito del voto del 25 febbraio, sotto la Mole dem e pentastell­ati vivono nell’incertezza, con il Pd che resta appeso tra due potenziali candidati interni — Daniele Valle e Chiara Gribaudo — e gli alleati di sempre che scalpitano. «Qualche mese fa — ricorda il numero uno della Lista Monviso Mario Giaccone — avevo messo in guardia la coalizione: non vorrete mica aspettare la Sardegna? Mi avevano risposto: assolutame­nte no! Ed eccoci qui». Con il presidente uscente già in campagna elettorale da almeno due mesi. Uno sfidante inesistent­e e la prospettiv­a (se non la certezza) che qualunque candidato sia votato al martirio il prossimo 9 giugno.

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Alberto Cirio non aspetta e anticipa la campagna elettorale: nelle ultime 48 ore ha girato da Omegna a Pinerolo
Corsa Alberto Cirio non aspetta e anticipa la campagna elettorale: nelle ultime 48 ore ha girato da Omegna a Pinerolo
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