Un festival per celebrare l’oscuro e l’oscurità
Dark Matters. La nostra casa europea della danza, la Lavanderia a Vapore di Collegno, ripropone «riflessioni sul buio per aprire spiragli percettivi da cui far filtrare una nuova idea di splendore».
Il breve festival, che si svolgerà da giovedì 22 a domenica 25 febbraio, si ricollega anche alla terza edizione della rassegna Black History Month Torino, votata alla diffusione della storia e alle attività degli afrodiscendenti in chiave antirazzista e decoloniale.
In programma spettacoli, laboratori e momenti di riflessione volti a indagare i fili sottili che legano «darkness» e «blackness» e in generale condotti da artisti che esercitano una visione critica e al contempo prevedono una accessibilità e una fruizione a persone cieche e ipovedenti.
Si comincia il 22 con il progetto vincitore del bando Accessibilità nello spettacolo dal vivo: Trespass_tales of the Unexpected di Marta Olivieri, che può essere visto ma anche ascoltato grazie a una spazializzazione sonora che la performer definisce «amniotica», in cui si fondono voci, rumori, gestualità e musica.
Il giorno successivo si alternano Alexandrina Hemsley con Nancy May Roberts in un workshop di partiture di movimento e scrittura creativa e Fabritia d’intino con Federico Scettri in una pièce significativamente intitolata Medusa — Ricerca per una danza invisibile, dove presenza sonora, il musicista, e una presenza fisica, la performer, conducono il pubblico fra stati crepuscolari e notturni.
In serata l’artista d’origine eritrea Muna Mussie con il connazionale non vedente Filmon Yemane sviluppano la loro performance intorno alla voce di Filmon in lingua tigrigna.
Sabato 24 attività per le famiglie nell’ambito di Tanz Tanz con il workshop di danza africana di Cyrille Oulane.
Poi serata in collaborazione con il Black History Month: aperitivo multietnico e quindi il concerto di Mariaa Siga, voce profonda ed evocativa della musica dell’africa occidentale.
Il programma del pomeriggio di domenica è piuttosto pieno: lecture-performance di Valerie Tameu cui seguono l’incontro Storie senza archivi e memorie postcoloniali e l’installazione performativa Black Holes dell’inglese Alexandrine Hemsley. Finale coerente e attraente con Lorenzo Montanaro al violoncello e Luigi Mariani al piano, eccelsi artisti con disabilità visiva che guidano lo spettatore in un viaggio musicale attraverso il buio nel concerto Love Songs in the Dark.