Quanta Torino a Berlino Da Chatrian alle Trifole
La Berlinale parla anche piemontese con Steve Della Casa, Irene Dionisio, una pellicola sull’oro di Alba e un film nepalese «transitato» sotto la Mole
Che cos’hanno in comune un film nepalese e un documentario girato in Sicilia selezionati alla Berlinale? Cosa ha portato da queste parti due torinesi doc come Steve Della Casa e Irene Dionisio e cosa si muove dietro le quinte del cinema piemontese tra le mura dell’european Film Market a Berlino?
Per scoprirlo, ricostruiamo un percorso in cui Friedrichstraße si trasforma in via Po e, nonostante i fotogrammi torinesi sul grande schermo siano del tutto assenti, cominciamo subito a rendere omaggio al Torinofilmlab che con la Berlinale ha un rapporto speciale. Quest’anno porterà due titoli in Generation (Elbow e Quell’estate con Irene) e uno in Panorama (Brief history of a Family); ma a fare notizia è il caso di Shambhala. Il film di Min Bahadur Bham è ambientato in un remoto villaggio dell’himalaya da cui Pema, incinta del marito scomparso, partirà per un viaggio che diventerà motivo di una crescita spirituale. Conosciamo il primo regista nepalese a concorrere per l’orso d’oro a Potsdamer Platz, a pochi metri dal tappeto rosso che il 23 febbraio percorrerà con tutti gli onori. «Dal Nepal a Berlino, passando per Torino: davvero incredibile». Min è raggiante ed esprime felicità con gli occhi e con il corpo: «Ricordo Torino per la sua bellezza e per la simpatia con cui mi hanno accolto i componenti del Lab dove ho sviluppato il progetto nel 2019. Approfitto per ringraziarli e aggiungo un grazie per il direttore Carlo Chatrian che mi aveva scoperto molti anni fa a Locarno. Tornare a trovarvi? Spero al più presto, con il film in sala ovviamente».
A pochi passi dal Palast, Irene Dionisio è blindata nella sede della Berlinale Co-production Market, iniziativa industry organizzata per aiutare gli autori in coproduzione e finanziamento. In una breve pausa dei lavori la regista si dichiara «orgogliosa di presentare Idda’s breathe, un progetto molto personale sul ricordo e sulla memoria, che sarà prodotto da Kino Produzioni e che sta compiendo i suoi primi passi anche grazie al supporto di Film Commission».
Proprio l’istituzione di via Cagliari, di stanza nell’italian Pavilion a poca distanza dalla sede torinese del Creative Europe Desk Media, rilascia per voce di Paolo Manera e Beatrice Borgia un commento sulle presenze sostenute alla Berlinale 74: «Oltre a essere occasione ideale per promuovere il Fondo sviluppo per lungometraggi e serie Tv sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, attendiamo l’anteprima de Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio, un racconto sentimentale lungo un secolo che abbraccia la Sicilia, l’europa e il mondo. Prodotto dalla Società torinese Indyca, il film è stato realizzato anche con il nostro sostegno».
A margine del festival, si segnalano due eventi che hanno riunito una bella fetta di professionisti di casa nostra. Nella serata di sabato, tra tagliolini al tartufo e fiumi di Rosso Langhe, il Premio Bacco è stato assegnato a Gabriele Fabbro, regista di Trifole. Girato interamente nelle Langhe con il sostegno Fctp, è qui alla ricerca di un distributore internazionale. Fabbro lo descrive come «una favola nata per raccontare il mondo del tartufo che sa anche celebrare la natura e i rapporti umani e familiari dei protagonisti, interpretati da Margherita Buy e Umberto Orsini». Nella cornice dell’ultima edizione del festival diretto da Chatrian (a proposito, sarà interessante capire cosa «farà da grande» il direttore formatosi sui banchi di Palazzo Nuovo), anche il Csc annuncia l’apertura dei bandi dei suoi dipartimenti, compreso quello d’animazione torinese. Lo fa attraverso Steve Della Casa, da poco designato come capo della comunicazione che per l’occasione ha radunato vecchi e nuovi amici. Ci sono Alberto Barbera e Angela Savoldi; il neo direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Alessandro Bollo e Jacopo Chessa, direttore di Veneto Film Commission; Massimo Causo, storico selezionatore del Tff, Angelo Acerbi e tanti altri. Perché l’«officina» Torino è sempre al lavoro: anche quando a Torino non ci lavora più.
Il premio
Al regista di Trifole, Gabriele Fabbro, è stato assegnato il Bacco