A Palazzo Civico il summit per salvare la filiera automotive
Oggi l’incontro voluto da Lo Russo. Cellino, Api: «La filiera va aiutata». Airaudo, Cgil: «Ora fatti, non parole»
Oggi i sindacati, le imprese dell’indotto e i rappresentanti di Stellantis si siederanno attorno a un tavolo voluto dal sindaco Stefano Lo Russo per discutere del futuro dell’automotive piemontese. Al centro le difficoltà dello stabilimento di Mirafiori, la cassa integrazione, ma anche la possibilità di produrre veicoli elettrici dell’azienda cinese Leapmotor destinati al mercato europeo. Timori e speranze che sono due facce della stessa medaglia, proprio come gli utili corposi di Stellantis e il calo della produzione made in Italy.
La vocazione della città è in discussione da tempo e le mosse del colosso automobilistico non sempre sembrano andare in direzione della tutela dello storico stabilimento torinese. Le sensazioni cambiano repentinamente, con dichiarazioni ambigue se non del tutto contrarie nel giro di poche ore. «È certamente apprezzabile il fatto che Stellantis incontri le istituzioni locali e i rappresentanti della filiera — afferma Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino — l’incontro va nella direzione che noi abbiamo da tempo auspicato, quello di avere un coordinamento sul tema. Faremo del nostro meglio per far comprendere a Stellantis l’importanza del know how del territorio. Dall’altra parte — ha aggiunto — cercheremo di riportare alle istituzioni il valore dell’attrattività di Torino e del Piemonte. Una cosa è certa: occorre prendere atto della responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti di una filiera industriale che significa occupazione per migliaia di persone». L’occasione per raccogliere le istanze del territorio in vista dell’appuntamento di marzo convocato a Roma dal governo. «Tavares non faccia il portoghese — ha sottolineato Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte — abbiamo bisogno di parole certe e di verità in luoghi ufficiali. In due settimane siamo passati dagli annunci delle chiusure di Mirafiori e Pomigliano all’ipotesi che sia la stessa Stellantis a far sbarcare a Torino un produttore cinese. Il governo convochi immediatamente la multinazionale e non interrompa la ricerca di altri protagonisti. L’italia non può restare con un solo produttore di auto sarebbe dannoso in termini di innovazione, occupazione e tassazione. Vogliamo capire quali prodotti verranno assegnati, se ci saranno nuove assunzioni e cosa ne sarà dell’intero indotto».