Igiaba Scego e quell’africa che ci sta di fronte
«L’Africa ci sta di fronte». È una frase cui Igiaba Scego fa riferimento diverse volte nella nostra conversazione. L’ha scritta Leila El Houssi che è docente di Storia e Istituzioni dell’africa presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’università La Sapienza di Roma. L’africa ci sta di fronte a noi Europa, a noi Italia soprattutto, a noi che facciamo finta di non vederla. A noi che, come ha dichiarato la chef congolese Victoire Gouloubi, ci facciamo colonizzare di sushi e sashimi ma dei mille gusti e sapori (e parole) africani non sappiamo nulla.
Domani alle 18 al Circolo dei lettori la scrittrice Igiaba Scego e l’antropologa Chiara Piaggio presentano il secondo volume della loro antologia «Africana. Viaggio nel continente africano», edita da Feltrinelli. «Io vivo a Roma e, rispetto alla dichiarazione di Gouloubi, non posso che essere d’accordo. A parte qualche ristorante etiope non c’è nulla. Mi piacerebbe potessimo sentire i sapori del Niger, del Senegal… A volte dico, scherzando ma con amarezza, che la gente qui, quando pensa all’africa, vede solamente una lunga distesa di capanne e povertà. Mentre si tratta di un continente vasto, vario, con situazioni e centri urbani diversissimi, come dimostra il romanzo “La più recondita memoria degli uomini”, di Mohamed Mbougar Sarr che ha vinto il Premio Goncourt nel 2021». Tra le due, racconta Scego, la «vera» africana è Piaggio che ha fatto tantissimi viaggi, andando a toccare molte Afriche. Questo secondo volume è nato a stretto contatto con il primo perché si sono rese conto, da un lato, della mancanza di conoscenza del pubblico e, dall’altro, della parallela curiosità.
Il libro ci trascina nei racconti di scrittori e scrittrici del continente dai più classici ai più moderni: «Il nostro sogno sarebbe quello di riuscire a creare scambi e legami tra scrittrici e scrittori europei e africani. Oltre a quello di invogliare sempre più gente a leggere questi autori, premiando anche le case editrici che li hanno pubblicati negli anni da 66Thand2nd a Feltrinelli, Bompiani», a molte altre anche minori.
Il titolo, Africana, si rifà alla scelta antologica che Elio Vittorini fece, nel 1941, rispetto alla narrativa americana che a quei tempi non si conosceva quasi del tutto. Abbiamo molto da leggere, da conoscere, da prendere: «L’africa è piena di creatività, di energia e di risorse. Contiene Paesi che guardano al futuro, dove accadono cose incredibili. L’europa ha paura del futuro, è molto vecchia e stanca, isolata. Ha paura delle relazioni. L’africa no. Cerca il dialogo, laggiù sta accadendo qualcosa di molto forte».