Nasce al Poli l’app anti-violenze «Aiuta chi torna a casa da sola»
Tre ex studenti lanciano Safer Her, applicazione sviluppata con l’incubatore I3P
«Non sei sola, Safer cammina al tuo fianco». È con questa idea che Giulia Tortoioli Giorgio Spadaro, Francesco Coscia, tutti 26enni e Benedetto Cosentino, 28 anni, hanno creato Safer Her, app progettata per garantire la sicurezza a chi cammina in città, da solo, di sera. Obiettivo rendere più vivibili e senza problemi le città italiane.
Partendo proprio da Torino dove i quattro hanno studiato e si sono laureati al Politecnico. «Abbiamo pensato che la sicurezza, soprattutto per una donna, è fondamentale — racconta Giulia, una delle socie della start up —. Così, dopo una chiamata con Giorgio, uno dei soci, abbiamo unito le forze. Siamo tutti ex studenti del Politecnico e abbiamo progettato insieme un’app che potesse essere usata in qualsiasi città attraverso lo smartphone. Seguendo la cronaca abbiamo visto che circa il 47% delle persone ha paura di tornare a casa o percorrere un tragitto senza alcuna compagnia. Ci siamo detti: dobbiamo riuscire a offrire un aiuto che possa eliminare la paura che limita le azioni quotidiane di chi si trova da solo». Così, grazie all’incubatore I3P del Politecnico di Torino,
che ha aiutato a creare il modello di business della società creata nel 2022 e offre consulenza anche in materia fiscale, legislativa e di gestione del personale, l’applicazione ha preso vita e ora è scaricabile dagli smartphone con mappe di tutta Italia. «Abbiamo diverse funzionalità — continua la progettatrice —. Una mappa interattiva che consente di segnalare situazioni di pericolo a tutti gli utenti e permette così agli altri di non percorrere la strada considerata pericolosa ma invece sceglierne un’altra.
Il funzionamento è semplice: se sei in una via in cui vi è pericolo, ad esempio di attraverso una zona di spaccio piuttosto che una strada dove ci sono persone sospette o dove si è subito del catcalling, si segnala in tempo reale sulla mappa. Tutti vedranno la segnalazione e saranno allertati. Safher crea anche il percorso più sicuro da intraprendere così da evitare l’ostacolo.
E poi c’è la possibilità di creare una videochiamata con le utenti presenti nella piattaforma. Ogni utente ha un tasto SOS tramite il quale sarà possibile chiamare le autorità tempestivamente». A rispondere alla chiamata un’intera comunità di volontari che si mette a disposizione di chi usa l’applicazione. «Chiunque può rispondere — spiegano da Safher Her—. Ma anche in questo caso in sicurezza. Chi risponde alla chiamata per fare compagnia durante il tragitto, proprio per garantire la sicurezza di chi chiama, deve essere lontano almeno 50 chilometri. Non solo. Per privacy non verrà visualizzato da dove si chiama. Solo nel momento di bisogno di richiesta di aiuto la posizione, se si è data autorizzazione, sarà segnalata al 112 che potrà così fornire assistenza. Questo per garantire sicurezza a chi utilizza il nostro strumento ed evitare che dei malintenzionati possano usare in modo non corretto».
L’app, partita da appena un mese, ha già un migliaio di utenti e ha già raggiunto migliaia di potenziali utilizzatori grazie ad un video girato proprio per le vie di Torino che ha come testimonial proprio Giulia. «Siamo contenti, ci siamo accorti di aver avuto attenzione da molte persone, soprattutto donne — conclude Giulia —. Dopo i test ora è tempo che la nostra app venga utilizzata. Da quando siamo partiti qualche telefonata è già stata fatta. Speriamo serva a garantire città più sicure, soprattutto per le donne».