Corriere Torino

Emergenza Ferrante Aporti «Materassi gettati a terra per gestire l’affollamen­to»

Il rapporto di Antigone evidenzia la carenza struttural­e nel 2023 La garante Monica Gallo: «Istituti minorili a numero chiuso»

- Massimo Massenzio

Nonostante il decreto Caivano — o forse proprio per l’inasprimen­to delle pene — il carcere minorile di Torino è sempre più affollato. Secondo l’analisi dei dati contenuta nel rapporto diffuso da Antigone, l’associazio­ne «per i diritti e le garanzie nel sistema penale», il provvedime­nto ha avuto «effetti distruttiv­i sui percorsi di recupero».

E così, per la prima volta dopo molto tempo si sono registrate situazioni di sovraffoll­amento. Nel 2023, infatti, per 5 mesi la presenza media dei giovani detenuti ha superato la capienza massima di 46 posti e «la direzione è stata costretta per qualche giorno a predisporr­e dei materassi a terra». Il record si è registrato a novembre, con una presenza media di 48 persone a fronte delle 36 registrate a gennaio, febbraio e marzo. Complessiv­amente gli ingressi nell’istituto penale minorile (Ipm) sono stati 161, sostanzial­mente stabili rispetto al 2022, ma in crescita esponenzia­le dal 2017 (115) e i tempi di permanenza si sono decisament­e allungati. Gli stranieri entrati nell’ipm sono 113, fra cui 66 minori non accompagna­ti (quasi tutti da Marocco, Egitto e Tunisia).

Una delle principali carenze è rappresent­ata dal numebero

● Il Ferrante Aporti, in via Berruto e Ferrero, è l’unico Istituto penale per minori in Piemonte.

● La struttura è stata inaugurata nel 2013 e ha una capienza massima di 46 posti

● In 5 mesi del 2023 la capienza media è stata superiore al massimo consentito, con punte di 50 detenuti e, secondo Antigone, materassi gettati per terra

Le celle sono larghe 10 metri quadrati e ospitano in media 3 detenuti

ro di ore di presenza del servizio di neuropsich­iatria (erano 6 nel 2022, sono state ridotte a 1 ora e mezza a settimana nel 2023), mentre è aumentata la presenza dei mediatori.fra le principali criticità segnalate c’è la gestione delle dipendenze da droghe fra i giovani detenuti. In particolar­e crack inalato e rivotril.

Il fenomeno delle babygang

ha una notevole incidenza e la maggior parte dei ragazzi sono infatti accusati di furto, rapina e lesioni personali (oltre che di spaccio). Il sovraffoll­amento e i tempi di permanenza media, passata dai 90 giorni del 2021 ai 110 dello scorso, ha avuto come effetto anche l’aumento dei trasferime­nti dei «giovani adulti» (fino a 25 anni potrebrima­nere al minorile) dal Ferrante Aporti alla casa circondari­ale Lorusso e Cutugno.

«Questo è un altro aspetto molto preoccupan­te — sottolinea Monica Cristina Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà per la Città di Torino —. Il trasferime­nto nel carcere degli adulti ha gravissime conseguenz­e sul percorso dei ragazzi. Che rischiano di perdersi definitiva­mente». Sulla situazione del Ferrante Aporti Gallo aggiunge: «Gli istituti minorili dovrebbe ormai essere a numero chiuso e si dovrebbe potenziare notevolmen­te il ricorso alle comunità, che ormai troppo spesso non accolgono ragazzi provenient­i dal sistema penale. In parallelo dovrebbe essere aumentata la possibilit­à dei colloqui con il neuropsich­iatria. Ma adesso l’istituto ha un nuovo direttore e la Città è davvero fiduciosa nel fatto che per il Ferrante Aporti si possa aprire un nuovo corso».

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Dietro le sbarre
La vicenda Dietro le sbarre

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