Corriere Torino

L’eurojuve fa i calcoli

Senza Vlahovic l’attacco è fermo e la difesa sta scricchiol­ando In 4 partite si è dimezzato il vantaggio sul quinto posto «Reset» ora è la parola d’ordine

- Filippo Bonsignore

Il vocabolari­o della Juventus in crisi comprende un solo verbo: resettare. L’ha utilizzato Massimilia­no Allegri per spronare la sua squadra e invitarla ad uscire dal tunnel nel quale è entrata con il pareggio contro l’empoli e che si è allungato in modo inatteso e preoccupan­te con Inter, Udinese e Verona. Il fatturato di due punti in quattro partite impone una svolta immediata perché non ci sono più bonus da spendere. Non a caso, il tecnico ha messo in guardia i suoi evidenzian­do che «serve tanto tempo per costruire ma poco per distrugger­e tutto».

Il riferiment­o era naturalmen­te al posto in Champions League, obiettivo minimo ma imprescind­ibile della stagione, perché «la qualificaz­ione non è ancora garantita». Ecco, la frenata ha avuto come primo effetto quello di dimezzare il vantaggio sulla quinta in classifica. Dopo la vittoria sul Lecce del 21 gennaio scorso, la squadra di Allegri aveva 52 punti e un cuscinetto di sicurezza di 18 punti. Ora ci sono solo 9 punti di margine da difendere sul sempre più sorprenden­te Bologna (54 contro 45, come l’atalanta quarta). Il margine è ancora considerev­ole ma è chiaro che non si può speculare.

Reset, insomma, bisogna voltare pagina e ritornare a fare la Juve. Il primo passo è ritrovare lo spirito e la mentalità che hanno cementato il gruppo da inizio stagione. A fare da propellent­e alla crisi è stata infatti una certa rilassatez­za dal punto di vista mentale che ha generato errori e leggerezze pagati a caro prezzo. Solidità psicologia e solidità difensiva vanno a braccetto, tanto è vero che sono 5 i gol subiti in quattro gare e molti di questi sono arrivati con troppa facilità come ha fatto notare subito lo stesso Allegri.

Un trend che non risponde a quanto la Juve aveva mostrato fino a un mese fa, quando era riuscita a tenere per dodici volte la porta imbattuta nelle prime ventuno giornate.

Compattezz­a, motivazion­i forti, voglia di raggiunger­e gli obiettivi e di andare oltre i primi limiti. Si parte da qui per arrivare all’attacco. L’unica luce nel pareggio di Verona è stata Vlahovic. Il serbo ha realizzato il suo settimo gol nel 2024, nessuno in Europa ha fatto meglio di lui, ed è salito a otto reti e due assist nelle ultime otto gare, chiaro segno di una ritrovata fiducia e di regolarità. Il bomber è una certezza ma al momento è solo; il resto dell’attacco infatti fatica a riprendere il ritmo. Chiesa ha vissuto gli ultimi mesi sull’altalena, frenato da continui stop & go per problemi fisici, ha realizzato un solo gol nel nuovo anno e non è ancora al top della condizione. Milik, invece, non segna in campionato da oltre quattro mesi, dal derby dello scorso 7 ottobre, e la tripletta in Coppa Italia al Frosinone non è sufficient­e per cancellare la pesante espulsione contro l’empoli che ha aperto la crisi.

In più, Allegri conta di ritrovare ad alto livello pure il gioiellino Yildiz, straordina­rio a cavallo del nuovo anno e ora in un momento comprensib­ilmente «normale». A Frosinone è iniziata la corsa di Kenan, con il Frosinone domenica la Juve proverà a uscire dal tunnel.

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Uomo gol Massimilia­no Allegri si tiene molto stretto Dusan Vlahovic autore di 7 reti nel 202: nessuno come lui in Europa

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