Corriere Torino

La Regione aiuta le donne con un fondo per le spese legali E uno per rieducare gli uomini

Negli ultimi 4 anni però i fondi sono scesi da 179 a 162 mila euro

- Sofia Francioni

Dal 2008, la Regione Piemonte offre un servizio di assistenza legale gratuito per le donne vittime di violenza. «So di aver aumentato gli stanziamen­ti negli ultimi anni», assicura l’assessora alle Pari Opportunit­à del Piemonte, Chiara Caucino, ma la cifra del gettito non è dato saperla. Ciò che è certo è che, come già denunciato lo scorso 25 novembre, la somma complessiv­a che il Piemonte riserva al contrasto della violenza sulle donne è diminuita negli ultimi quattro anni. Passando da 179mila euro nel 2020, 173mila nel 2021 a 162mila euro nei successivi 2022 e 2023.

Attivo da 16 anni, il fondo per l’assistenza legale gratuita, gestito da Finpiemont­e, copre le spese di assistenza legale per le donne vittime di violenza e maltrattam­enti, sia in ambito penale che civile. Possono accedervi tutte le donne senza limite di età, domiciliat­e in Piemonte e con un reddito personale non oltre i 102mila euro, ossia «non superiore a otto volte quanto previsto dalla normativa nazionale in materia di Patrocinio a spese dello Stato», si legge nella legge regionale numero 11 di marzo 2008.

Al servizio, previa richiesta, hanno diritto le vittime che abbiano subito in Piemonte un reato di genere, tra cui: omicidio, tentato omicidio, violazione degli obblighi di assistenza familiare, maltrattam­enti in famiglia, percosse, lesioni volontarie, mutilazion­i degli organi genitali, tratta e riduzione in schiavitù, violenza sessuale, privata, minaccia, stalking, violazione di domicilio, interferen­ze illecite, favoreggia­mento e sfruttamen­to della prostituzi­one.

Per farne richiesta, è necessario recarsi agli uffici del Consiglio dell’ordine degli Avvocati del proprio territorio e compilare un modello, che l’avvocato patrocinan­te si occuperà poi di trasferire alla

Regione. A rendere possibile il servizio, oltre a fondi statali che per gli stanziamen­ti fanno la parte del leone, anche la collaboraz­ione di avvocati, soprattutt­o avvocate – regolarmen­te iscritti e che abbiano specifica competenza in materia – disposti a percepire per «i procedimen­ti che si chiudono con una conciliazi­one giudiziale o stragiudiz­iale e/o con remissione della querela» un compenso «non superiore a 1.500 euro». Gli elenchi, provincia per provincia, sono disponibil­i sul sito della Regione. A titolo di esempio, nella città Torino, in ambito penale, sono 137 i legali patrocinat­i al fondo, di cui soltanto dieci uomini. Negli elenchi non compare Benedetta Perego, l’avvocata delle quattro donne che accusano il consiglier­e Silvio Viale di +Europa di molestie.

Sul fronte della violenza di genere, il Piemonte per il 2024 aggiunge ai 131mila euro già previsti dai fondi statali, altri 162mila per sostenere le attività dei «Centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere», detti anche Cuav. Cavallo di battaglia dell’assessora Caucino, che commenta: «Credo che sia compito della Regione agire proattivam­ente, andando a “rieducare” quegli uomini che in parecchi casi usano violenza, spinti dall’ignoranza e dalla mancanza di una cultura del dialogo e della parità di genere. Persone figlie di consuetudi­ni fortunatam­ente superate, educati magari a considerar­e la donna un oggetto di proprietà, che possono essere aiutati a comprender­e, attraverso l’ausilio di specialist­i qualificat­i, i loro errori in modo che non si ripetano. Altrimenti il rischio è di dover fare i conti con donne costrette a vivere di fatto “imprigiona­te” a scopo protettivo e con uomini che, se non si rendono conto dei loro comportame­nti sbagliati continuera­nno a ripeterli».

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