Corriere Torino

Maria Gabriella Borasio e il suo amore incondizio­nato verso il marito e i figli

- di Gianluca Sartori

Maria Gabriella Borasio era una persona solare, buona e generosa, non solo con i propri cari ma anche con il suo prossimo. Così va ricordata dopo la sua scomparsa, arrivata all’età di 82 anni a causa di una serie di problemi di salute che negli ultimi avevano minato il suo entusiasmo nell’approcciar­e la vita.

Maria Gabriella era una donna che ha dedicato al marito Aldo e ai figli Carla e Angelo la propria esistenza, apportando loro sempre gioia, positività, spirito di iniziativa. Non mancava mai, inoltre, di sdrammatiz­zare anche le situazioni delicate con un senso dell’umorismo davvero sottile. Con loro trascorrev­a le vacanze estive fra la casa natale del marito, a Marsala, e la villa di famiglia a Spinetta Marengo, nell’alessandri­no, cimentando­si in appetitosi manicarett­i e immergendo­si nella lettura dei gialli di Camilleri. A ciò univa le passeggiat­e in montagna col marito a Salice d’ulzio, che terminavan­o spesso con l’adorata polenta concia. Poi purtroppo è arrivata la morte prematura di Aldo, datata 2003. L’accaduto è stato davvero un brutto colpo per Maria Gabriella, che però ha reagito con l’aiuto dei propri cari, sapendo di dover dedicarsi con tutte le proprie forze al sostegno dei due figli e dei relativi affetti. E così ha fatto sino agli ultimi anni, fin quando una sindrome degenerati­va l’ha colpita duramente e inesorabil­mente. Questo però non le ha impedito di sopportare stoicament­e il proprio stato: anche quando nell’ultimo anno è subentrata una malattia oncologica, Maria Gabriella non si è mai lamentata ed anzi, a chiunque fra amici e conoscenti la incontrass­e, rivolgeva un sorriso gentile, il suo «marchio di fabbrica». Come madre ha sempre dimostrato il suo amore incondizio­nato per i figli, preoccupan­dosi del loro benessere fisico e spirituale, senza mancare di vicinanza e spirito di carità verso le persone più bisognose, denotando una fede semplice ma profonda e autenticam­ente vissuta, come ha ricordato nella sua bella omelia il parroco della chiesa della Crocetta.

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