L’altra metà della storia è senza monumenti
In Italia solo 148 statue dedicate alle donne, a Torino quasi nessuna Lunedì il primo evento urbano di Monumenta, progetto artistico sul valore della memoria
Da qualche anno si è iniziato a censire quali e quanti, soprattutto, fossero i monumenti dedicati alle figure femminili sul suolo italiano. Ebbene: 148. Escludendo le figure allegoriche Patria O Vittoria, e anche le diverse statue della Madonna che ritroviamo dislocate in vari posti, nei luoghi pubblici delle nostre città sono veramente pochi i monumenti con protagoniste le donne. Alcune sono figure anonime collettive — la partigiana, la mondina, la madre, la moglie, la lavandaia …—, altre, pochissime, sono riconducibili a protagoniste reali tra cui ritroviamo Grazia Deledda, Maria Montessori, suor Maria De Mattias.
Monumenta Italia è un progetto di arte pubblica di Irene Pittatore a cura di Lisa Parola e Tea Taramino. Abbiamo ancora bisogno di eroi? È la domanda che si pone l’artista che si propone, attraverso l’opera, di sensibilizzare, divulgare e promuovere messaggi che coinvolgano il pubblico in una riflessione rispetto al significato che ha nella società questo dato. Monumenta è una riflessione civica rispetto al valore della memoria oggi e della relazione del patrimonio rispetto alle cittadine e la loro storia.
«La Storia che non è raccontata, non esiste», ci muoviamo in una scenografia urbana prevalentemente composta da uomini che hanno fatto la Storia. Il monumento è un Io uomo che non prevede mai un Noi, il corpo pubblico è dunque un corpo maschile. Le statue delle donne non hanno nome, non documentano un fatto e si presentano il più delle volte come archetipi, simboli, muse, quasi mai sono protagoniste di azioni.
I dati di Monumenta si rifanno alla ricerca Monumentale dimenticanza del 2018 sostenuto (anche dal Consiglio regionale del Piemonte) dal Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile Aps da cui emergeva che a Torino e nei capoluoghi piemontesi e nei 1088 centri al di sopra dei 5000 abitanti, il numero dei monumenti dedicati alle donne è praticamente pari a zero.
La performance di Pittatore — che parte da Torino ma ha natura itinerante — è documentata nel video One week plinth, in mostra in anteprima nella galleria Recontemporary dal 6 marzo: «L’azione è stata realizzata nel magnifico parco di Flashback Habitat. In essa tento di situarmi e mantenere l’equilibrio su un basamento in ghiaccio. Incapace di offrire un supporto stabile, induce a modificare continuamente la postura, per via della scivolosità della superficie, della sua temperatura e del suo progressivo scioglimento. Nel corso della liquefazione ha luogo un’ironica danza che manifesta l’impossibilità di permanere con agio sul basamento, l’elemento-soglia che definisce la posizione di potere nello spazio pubblico urbano. L’equilibrio precario e lo sforzo per mantenerlo, sono una riflessione sull’attualità».
Lunedì verrà svelato il primo dei 7 manifesti Monumenta Italia, in piazza Bottesini (per la rassegna Opera Viva Barriera di Milano): «Riporta un dato estremamente significativo, ponendo un interrogativo ai passanti: sai quanti sono i monumenti dedicati a una donna, a Torino? Formulate una risposta e venite a verificare in piazza». I manifesti saranno esposti anche alla fermata della metro in Piazza Bengasi e presso L’URP del Consiglio regionale del Piemonte. L’artista sottolinea quanto le donne, oltre che non protagoniste dei monumenti, non ne sono mai neppure autrici: «La diffusione dei dati del censimento ci fa prendere coscienza e misura dell’epistemicidio, liquidazione e insabbiamento del pensiero, che si manifesta anche nel mancato riconoscimento pubblico di meriti civili, intellettuali, politici, artistici, scientifici delle donne».
Monumenta è una piattaforma di scambio, studio e pratica: «Collaboriamo con storiche — conclude Irene Pittatore —, sociologhe, formatrici a livello internazionale. Lasceremo segni nello spazio pubblico. Un passo alla volta. È prematuro rivelare le future tappe di Monumenta Italia, ma stanno velocemente germogliando collaborazioni in diverse regioni italiane e paesi europei».
Artista
Irene Pittatore lunedì svelerà il primo di sette manifesti in piazza Bottesini, poi la rassegna continuerà in piazza Bengasi e all’urp