Cinque scrittori «corrono» una maratona letteraria
«Facevo l’architetto del Comune di Verona, progettavo piazze e biblioteche. Dopo otto anni, intorni ai miei 35, mi sono licenziato perché volevo fare i fumetti. La cosa strana è che ci sono riuscito». A parlare è Matteo Bussola, fumettista per la Sergio Bonelli e anche scrittore, che con la sua storia è un esempio di quanto inseguire i propri sogni possa dare soddisfazioni, nonostante le opinioni degli altri. Sarà lui, oggi alle 14.30, ad aprire una maratona pomeridiana di incontri alla Scuola Holden, dal titolo Una stanza tutta per te (ingresso libero fino a esaurimento posti). Con lui ci saranno anche Maurizio de Giovanni (in collegamento), Paolo Milone, Ester Viola e Domenico Starnone, ma ci sarà spazio anche per parlare della didattica Over 30 della scuola, un master in otto weekend dedicato a chi può scrivere solo nel fine settimana.
Ad accomunare questi scrittori sono le loro storie, perché nella vita, «prima», facevano tutt’altro, poi hanno scoperto — o forse ci hanno solo creduto di più — la passione per la scrittura. «In quegli anni — ricorda Bussola — avevo tante persone che mi dicevano: cosa perdi tempo con quei disegni».
Idem quando, durante la sua nuova vita da disegnatore, impiegava del tempo ogni mattina per scrivere racconti sulla propria pagina Facebook. Cosa perdi tempo così? «A un certo punto — prosegue — uno dei racconti si è viralizzato ed è arrivato sulle bacheche di diversi editor, che hanno iniziato a scrivermi. La più veloce e convincente è stata Rosella Postorino di Einaudi, che era andata indietro a leggere anche i racconti precedenti». Così è nato il libro Notti in bianco e baci a colazione, uscito nel 2016. «Alla Scuola Holden — dice Bussola — racconterò questo. Secondo me quando fai qualcosa con passione perché ti fa stare bene, senza velleità, può essere che la vita arrivi a premiarti, anche in maniera sghemba. Occorre prima divertirsi, ma a volte ho l’impressione che l’aspirazione alla pubblicazione orienti temi e stile. Il ragionamento deve essere opposto: devi puntare a fare un lavoro ben fatto che piaccia a te». Poi, se deve essere, sarà. E se non accadrà nulla resterà la soddisfazione di aver fatto qualcosa di bello. «Quando l’occasione passa — conclude l’autore —, bisogna farsi trovare pronti. Ti fai notare se hai un pregresso, se hai una storia e sai fare quello che vuoi fare». In una parola: competenze. Che non necessariamente coincidono con i like, anche se sono tanti.