Coppelia sospesa fra danza, circo e opera cubista
Il balletto Coppélia è un classico ottocentesco pieno di verve di Arthur Saint-léon sulla musica di Léo Délibes e nella versione coreografica di Alexei Ratmanskij ha appena raccolto molti allori al Teatro alla Scala. Compie invece cento anni il film «cubista» Ballet Mécanique di Fernand Léger sulle composizioni sincopate e reiterate di George Antheil, dove prendono vita, in continue ripetizioni, ralenti e accelerazioni, i dettagli del corpo e di oggetti in movimento.
Dalle due opere prende spunto Coppelia project, della coreografa Caterina Mochi Sismondi, per la sua compagnia di danza circo blucinque che possiamo vedere stasera (ore 21) e domani (ore 17) al Teatro Café Müller di Via Sacchi di cui l’artista è direttrice.
Nel balletto, che nel tempo ha avuto numerose riletture come quella vivida e spiritosa di Maguy Marin per il Ballet dell’opéra de Lyon, Swanilda è gelosa della ragazza alla finestra del giocattolaio Coppélius, che attrae l’attenzione del suo fidanzato Franz. L’ardimentosa protagonista entra allora nella casa, scopre che si tratta di una bambola e a questa si sostituisce facendo poi credere ai due uomini che la creatura si sia animata, fino al lieto fine del matrimonio fra i promessi. Solo atmosfere e riferimenti della storia si possono rintracciare nella coreografia di Mochi Sismondi che si vale di tecniche di danza come di contorsione e sospensione capillare grazie al cast trasversale capeggiato dalla versatile Elisa Mutto nei panni di Coppelia, in scena con Michelangelo Merlanti, artista e rigger, Vladimir Ježic, nel ruolo di Coppelius, Carlos Rodrigo Parra Zavala, Simone Menichini e Jonnathan Lemos.
La musica invece è curata da Bea Zanin e ripropone temi di Délibes, con interferenze di elettronica e violoncello e molte reiterazioni che ci riportano all’opera filmica di Léger e Antheil. Donna forte la protagonista del balletto, che prende in mano il proprio destino, anche qui è messa in piena luce, nelle sue interpretazioni identitarie di fragilità, ma anche di determinazione e astuzia. La vediamo bambola meccanica e illusione, marionetta appesa, ma anche donna che agisce e sa prendersi una rivalsa sul sesso maschile che la vorrebbe fantoccio di ossessioni.
Inoltre, sulla scorta del Ballet Mécanique del 1924, nella costruzione registico-coreografica di Mochi Sismondi è presente una commistione di suoni, oggetti e immagini che mette l’accento sul corpo e la sua frammentazione.
Dopo Effetto Marylin, Vertigine di Giulietta e Gelsomina Dreams, un’altra eroina femminile per la compagnia blucinque, che sta portando questa sua Coppélia in tournée in Italia e all’estero.