De Biasi: «Niente drammi Questo Torino mi piace, e se la gioca con chiunque»
L’ex tecnico granata lancia la banda Juric in vista della Roma
«A perdere una partita così viene da mangiarsi le mani». Non dice esattamente così mister Gianni De Biasi, ma si può esprimere questo eufemismo per rendere il suo pensiero all’indomani di Torino-lazio. Una delle prestazioni migliori di questa stagione è stata vanificata dall’incapacità di tradurre in gol la mole di gioco prodotta dai granata, in special modo nel primo tempo. Così l’ex ct di Albania e Azerbaigian, ma soprattutto allenatore del Torino per quattro distinti campionati tra il 2005 e il 2009, riflette su quanto si è visto all’olimpico Grande Torino.
Mister De Biasi, la sconfitta contro la Lazio è una dura botta per il Toro?
«Lo sarebbe se la squadra avesse deluso sul piano del gioco e della prestazione in un momento così importante. Così non è stato, anzi, io ho visto una gran partita: 24 tiri verso la porta, 4 nello specchio. Si è notata una superiorità netta sul piano del gioco che non è stata concretizzata a dovere nel momento di concludere. Nel secondo tempo la Lazio ha saputo colpire con più qualità e poi ha gestito meglio il palleggio in mezzo al campo, una volta sotto nel risultato le cose si sono fatte molto più difficili».
In questi casi, cosa può dire un allenatore ai suoi giocatori per evitare contraccolpi psicologici?
«Normale che ci sia rabbia, perché il risultato poteva essere completamente diverso. Ma a mente fredda deve rimanere soprattutto consapevolezza del fatto che questa squadra ha nelle corde certi valori che possono essere espressi».
Come giudica il percorso del Torino fino a qui?
«Nelle ultime 10 partite il trend è di 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Un ruolino di marcia ottimo, che sarebbe diventato straordinario in caso di vittoria contro la Lazio. Peccato per il risultato avverso maturato giovedì, ma questo non può far dimenticare quello che di buono c’è stato, anche se è vero che qualche punto è stato lasciato per strada, e penso ai pareggi contro Salernitana e Sassuolo».
Come giudica la crescita di Bellanova?
«Ha grande fisicità e dinamismo e sta migliorando partita dopo partita. Deve continuare così con l’obiettivo di proporre sempre più palloni invitanti per Sanabria e Zapata: non sempre le cose potranno girare male».
Sorpreso per i positivi impatti di Lovato e Masina nel pianeta Toro?
«Masina già quando era a Bologna aveva dimostrato di essere un giocatore importante. Può dare un contributo ottimo in termini di qualità e fisicità, sia come terzo di difesa che come quinto. Lovato è un giocatore ancora giovane, quindi può crescere moltissimo, è di prospettiva, ha una discreta fisicità. Sono due ottimi innesti per i granata».
Si aspettava di più da Zapata contro la Lazio?
«È un giocatore che sa fare gol, non lo scopro io. Nell’ultimo periodo ha ritrovato continuità realizzativa e questo è molto importante: per un attaccante ci sono momenti in cui ogni pallone che tocchi va dentro, e altri in cui il gol non arriva. Contro la Lazio ha avuto una serata meno brillante, ma può starci, rimane un elemento importantissimo per questo Toro».
Archiviata la Lazio, il Toro pensa ai prossimi match: Roma, Fiorentina e Napoli le prossime avversarie. Cosa si aspetta?
«Tre partite belle da giocare, per cercare di stupire e di ottenere risultati importanti. La squadra vista nel primo tempo contro la Lazio può giocarsela a viso aperto contro qualsiasi avversario, aggiungendo ovviamente dei gol. Lo dico con convinzione: le prossime sono partite aperte e alla portata del Toro».