Salvò la bambina caduta dal balcone, premiato da Mattarella
Mattia Aguzzi nuovo cavaliere al merito della Repubblica: «Mi misi sotto e lei rimbalzò sul mio petto»
C’è anche il torinese Mattia Aguzzi tra i trenta nuovi cavalieri dell’ordine al merito della Repubblica annunciati ieri dal Quirinale. Il trentasettenne ha infatti ricevuto l’onorificenza «per aver salvato una bambina precipitata da un palazzo, rischiando la propria incolumità fisica».
La storia a lieto fine risale allo scorso 26 agosto. Aguzzi stava passeggiando con la fidanzata quando ha notato una bambina appesa alle grate di un balcone, al quinto piano, in via Nizza 389, alla prima periferia della città. La piccola, quattro anni compiuti pochi giorni più tardi, si trovava in casa con i genitori. La tapparella era quasi completamente abbassata, ma la piccola era riuscita a infilarsi sul balcone e aveva raggiunto il parapetto. La bambina si era quindi seduta, con le gambe penzolanti nel vuoto, fino a quando aveva perso l’equilibrio e si era ritrovata aggrappata alla grata. In evidente e grande pericolo.
Perse le forze, ha mollato la presa, precipitando nel vuoto: è in quel momento, come nei migliori fumetti, che ha trovato il petto di Aguzzi. L’uomo aveva infatti assistito a tutta la scena e, quando ha capito che cosa stava accadendo, si era precipitano sotto il balcone, riuscendo ad attutire la caduta della piccola. Un gesto degno di un supereroe che le ha salvato la vita e, incredibilmente, ha causato solamente un lieve trauma toracico ad Aguzzi, dimesso dall’ospedale poche ore dopo, con una prognosi di un paio di giorni. Poca cosa.
Impiegato di banca, Mattia lavora fuori Torino, ma si trovava in città a casa della fidanzata, residente poco distante. A far sì che il trentasettenne si trovasse nel posto giusto al momento giusto è stata una chiamata del cugino, che gli ha chiesto un semplice favore: andare a comprare il pane. «Non credo al destino, ma se non avessi ricevuto quella telefonata non sarei mai passato di lì», ha spiegato Aguzzi.
Il resto, poi, è stata tutta una questione di secondi: «Non ricordo molto, ho reagito d’istinto. Le dicevo di stare ferma ma non mi sentiva, così mi sono messo in traiettoria. Ho immaginato dove sarebbe potuta cadere e mi sono piazzato lì, allargando le braccia con la speranza di prenderla al volo. È rimbalzata sul mio petto e siamo caduti per l’impatto, quando l’ho sentita piangere ho capito che era viva, e ho tirato un sospiro di sollievo».