I partiti corrono verso il 9 giugno: si sceglie il sindaco in 799 comuni
Alleanze e antagonismi dominano le mosse anche a Vercelli, Verbania e Biella
«Èancora prematuro», si sussurra tra i vertici dei partiti di ogni schieramento. E in effetti è così: mancano ancora quattro mesi all’appuntamento con le urne del 9 giugno, quando 799 Comuni andranno a voto. Ma il quadro che si comincia a intravedere in vista delle elezioni amministrative rischia di riproporre un classico della politica piemontese: mentre il centrosinistra è ancora alle prese con il dilemma sull’intesa PD-M5S (quantomeno per la Regione), il centrodestra sembra destinato a presentarsi unito attorno alla ricandidatura del governatore Alberto Cirio ma diviso (ancora una volta) nelle città e nonostante abbia sindaci uscenti al primo mandato.
Basti guardare alla situazione di Vercelli, il più grande dei tre capoluoghi di provincia che andrà al voto. Qui dem e 5 Stelle vorrebbero sperimentare (unico caso in Piemonte) il campo largo, mentre l’uscente Andrea Corsaro è stato abbandonato dalla Lega, che appoggerà una vecchia conoscenza della politica eusebiana, l’avvocato Roberto Scheda.
L’antagonismo tra leghisti e meloniani si fa sentire anche a Biella, dove il Pd ha già la candidata (Marta Bruschi) mentre il sindaco uscente Claudio Corradino, al centro di una serie di vicende giudiziarie ancora aperte, non ha ancora avuto il via libera alla ricandidatura. L’interessato, che cinque anni fa si inchinò letteralmente davanti a Matteo Salvini, vorrebbe tentare il bis: «Mi ricandido». Ma gli alleati nicchiano. Non tutti nel suo partito, la Lega, lo appoggiano. Forza Italia è apertamente critica, mentre Fratelli d’italia è favorevole.
Le divisioni si sono manifestate anche a Verbania, anche se questa volta a essere protagonista dello strappo è stata Forza Italia, che si prepara a correre da sola con Mirella Cristina. FDI e Lega (insolitamente) sono d’accordo nel sostenere il civico Giandomenico Albertella, il quale aveva già tentato invano la scalata del municipio cinque anni fa. Dall’altra parte della barricata, il Pd, partito della sindaca uscente non più ricandidabile Silvia Marchionini, si prepara a designare il candidato tra Riccardo Brezza e Chiara Fornara, quest’ultima data per favorita.
Questo è il quadro che si sta delineando nei tre capoluoghi che andranno al voto, dove si arriva in due casi da una amministrazione di centrodestra (ora più diviso che mai) e in un caso da una giunta di centrosinistra. Da parte loro, le segreterie regionali di FDI, Lega e Forza Italia non hanno ancora sciolto le riserve. Fabrizio Comba, Riccardo Molinari e Paolo Zangrillo si sono parlati una decina di giorni fa, ma non sono ancora venuti a capo della matassa. Se mai succederà.
Il Pd appare in alto mare soltanto a Vercelli, mentre anche nei Comuni dell’hinterland torinese (oltre ai capoluoghi di provincia vanno al voto 16 centri con più di 15 mila abitanti) il quadro delle candidature è completo. A Chieri si ricandida l’uscente Alessandro Sicchiero, a Rivoli si punta sul dem Alessandro Errigo contro l’uscente di centrodestra Andrea Tragaioli. A Collegno e Piossasco si sono celebrate una settimana fa le primarie che hanno investito rispettivamente Matteo Cavallone e Simona Raneri. A Settimo la dem uscente Elena Piastra si ripresenta insieme al M5S.
E poi, lontano dalla Mole, ci sono Alba, la città del governatore Cirio, dove il centrosinistra cercherà di sfidare l’uscente Carlo Bo schierando l’enologo Alberto Gatto; Saluzzo, dove la sfida potrebbe essere tra gli assessori uscenti Franco Demaria o Francesca Neberti e Marco Piccat e Chiaffredo Peirone (centrodestra); e infine Casale Monferrato, dove l’uscente Federico Riboldi (FDI) non si ripresenterà per correre alla regionali e il centrodestra dovrà trovare (se ci riuscirà) un altro candidato unitario, mentre il centrosinistra potrebbe puntare sul civico Riccardo Calvo.