«Spazio non solo mamme» chiuso da cinque mesi Oggi il presidio in Comune
La scuola di Mirafiori Nord, dopo essere stata vandalizzata, non ha più riaperto negando il diritto allo studio a tante iscritte
La sede vandalizzata è chiusa da settembre e la Scuola delle mamme non ha più riaperto. Senza locali, il progetto si è interrotto. Dopo 5 mesi, tutto è ancora fermo nella sede di via Poma 14 a Mirafiori Nord, assegnata in parte al Cpia3, uno dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, e in parte alla Circoscrizione.
In questi spazi si era svolta l’anno scorso la seconda annualità dello «Spazio non-solo mamme» a cui erano iscritte circa 80 donne, tutte di origine straniera con bambini in età prescolare. Mentre loro seguivano le lezioni al Cpia, i figli erano affidati alle educatrici professionali della cooperativa Cemea. Era l’unico progetto in città ad offrire alle donne la possibilità di frequentare percorsi di alfabetizzazione o di scuola media e in contemporanea un servizio educativo per i bambini. Un fiore all’occhiello. Uno dei modi migliori per garantire il diritto allo studio di chi è madre e desidera andare a scuola. Il progetto era stato finanziato anche dal Comune, vi partecipavano il Cpia3, l’università di Torino e l’associazione Gramsci. La sua sospensione è già stata oggetto di interpellanze e mozioni, ma i lavori non sono ancora partiti. Un ritardo denunciato da «Casa del Popolo Estella», che ha organizzato un presidio per oggi alle 13,30 davanti a Palazzo civico in collaborazione con Assemmente blea scuola Torino e Non una di meno.
«Vogliamo che la mozione che riguarda i lavori di ripristino del plesso di via Poma sia calendarizzata al più presto — scrive il movimento —, vogliamo che la scuola venga riaperta». L’ultimo atto vandalico risale al 6 settembre. Vetri rotti, escrementi, bagni distrutti nella sede del Cemea e impianto elettrico divelto nella parte del Cpia. Il danno stimato ammonta a 9 mila euro. «A gennaio è iniziata l’interlocuzione con l’edilizia scolastica, nell’ultimo incontro con gli assessori Rosatelli e Salerno ci è stato confermato che la sede potrebbe riaprire dopo Pasqua», dice Claudio Menzio, preside del Cpia3 da settembre. «Ma il riavvio del progetto, formalterminato a luglio, avrebbe comunque bisogno di tempo per essere riprogrammato». Il suo è un ragionamento più ampio. «Da un lato è necessario ripristinare gli edifici — osserva —. Dall’altro, si dovrebbe riflettere sull’offerta formativa rivolta alle donne con figli, aprendo un tavolo per mettere a sistema le buone pratiche e analizzare le criticità».
In alternativa il Cpia3 ha due progetti attivi. Un corso frequentato una volta alla settimana da 26 mamme realizzato con Fondazione Mirafiori e Spi Cgil e due corsi con altre 60 iscritte per 6 ore alla settimana in collaborazione con l’associazione «Mondi in città». Ma non è la stessa cosa, nessuno si occupa dei bambini. «Il Comune deve fare la sua parte, garantendo il ripristino della sede — dice Giulia Pizzolato, docente del Cpia3 presso lo Spazio Non-solo mamme —. Si poteva e si può ripartire in via Poma, perché i docenti ci sono e anche le iscritte».