«Il Metodo Calvino risolve i dubbi odierni»
Il giornalista Massimo Sideri domani al Museo Egizio presenta «Il Visconte cibernetico», scritto con l’economista Andrea Prencipe
«Nel saggio Cibernetica e fantasmi, Italo Calvino si chiedeva se la letteratura fosse un esercizio combinatorio come la matematica, interrogandosi su una macchina in grado di combinare le parole fino a scrivere testi o libri».
Sembra la descrizione degli attuali software di intelligenza artificiale che producono testi in pochi secondi, ma era il 1967. Lo ricorda Massimo Sideri, giornalista e inviato del Corriere della Sera, che con l’economista Andrea Prencipe, rettore dell’università Luiss «Guido Carli», ha scritto il libro Il Visconte cibernetico — Italo Calvino e il sogno dell’ai.
L’opera sarà presentata domani alle 18 al Museo Egizio; con Massimo Sideri interverranno anche Francesco Profumo e Evelina Christillin, presidente del museo. «Sideri ha fatto dei podcast straordinari con il direttore del museo Christian Greco — commenta Christillin —, siamo felici di ospitarlo. È un divulgatore profondo e mi piace che il museo possa spaziare».
A moderare l’incontro sarà la giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese. L’opera descrive il «Metodo Calvino», una modalità di approccio dello scrittore e intellettuale che secondo gli autori si può applicare alla complessità di oggi. Il volume, edito da Luiss University Press, fa seguito a un altro libro, L’innovatore rampante, nel quale Sideri e Prencipe hanno avviato lo studio di Calvino in questa ottica.
«Parliamo — dice Sideri — di come utilizzare l’unione fra cultura umanistica e scientifica al fine di comprendere e decrittare la complessità della modernità. Ci serve un metodo per evitare di rimanere schiacciati su due posizioni antitetiche: da una parte la paura che la tecnologia possa sostituirci, dall’altra l’entusiasmo di chi la maneggia e ne vede le opportunità». Atteggiamenti legittimi che però spesso si traducono in una lotta fra tifoserie, dove il dibattito perde di lucidità e utilità. «Calvino — prosegue Sideri — si è interrogato su cosa ci rende umani. Si considerava la pecora nera della sua famiglia di scienziati, dato che si occupava di letteratura, ma per tutta la vita ha continuato a leggere di scienza. Il Metodo Calvino risponde a dubbi e incertezze di oggi». Dove paure e entusiasmi ci impediscono di comprendere i fenomeni. «Usiamo porre domande (ad esempio ai motori di ricerca, ndr) e affidarci alle risposte della tecnologia — spiega Sideri — ma con il Metodo Calvino possiamo lasciare le risposte alla tecnologia, perché ciò che ci rende gelosamente umani è porre le domande giuste».
Il Metodo Calvino, secondo
Sideri e Prencipe, è il rapporto «ossimorico» tra due opposti, occorre quindi cercare il «punto di equilibrio», per «capire che il mondo non è fatto di posizioni polarizzanti, ma serve mettere insieme due parti, come nel Visconte dimezzato». Nel quale il bene e il male, in estrema sintesi, hanno bisogno l’uno dell’altro.
«Questo è l’insegnamento più profondo che ci ha lasciato Calvino — ribadisce il giornalista —, per tutta la vita ha difeso l’idea che non si dovesse prendere parte in maniera asettica ai dibattiti, perché le risposte possono arrivare quando diverse culture si fondono. Nel primo libro mio e di Andrea Prencipe, nella prefazione Luciano Floridi (per il secondo volume scritta invece dall’ex ministra Maria Chiara Carrozza, ndr) dice che Italo Calvino è un Nobel mancato. Possiamo considerarlo così vista anche la sua fama (le famose Lezioni americane, spesso citate da Sideri, nacquero grazie a un invito dall’università di Harvard, ndr). L’insegnamento dell’equilibrio ci ricorda che in noi la cultura umanistica e la cultura scientifica non sono separate. Per interpretare la complessità dobbiamo tornare alla filosofia e porci delle giuste domande sul ruolo della tecnologia. Torniamo alle idee». Una fusione tra scienza e umanesimo che, a ben vedere, ci rende umani.
L’unione fra cultura umanistica e scientifica aiuta a decrittare la complessità della modernità